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Otto e mezzo, Rosy Bindi ne stronca due con un colpo solo. Caos Quirinale: così gela il Pd
Rosy Bindi stronca Silvio Berlusconi al Quirinale ma punge per il suo Pd. Venerdì 21 gennaio ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo l'esponente dem fa il punto sull'elezione del presidente della Repubblica partendo dal grande spauracchio del centrosinistra, Silvio Berlusconi, che domani sabato 22 gennaio sarà protagonista nell'atteso vertice del centrodestra per stabilire la strategia della coalizione sul Quirinale.
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"Auspico vivamente che il presidente Berlusconi prenda atto che non ci sono possibilità sul suo futuro al Quirinale e che la sua candidatura ne sta bloccando una che possa avere il consenso del Parlamento", dice l'ex ministra dem che invita il centrosinistra a "essere vigilanti, perché il personaggio ci ha abituato a delle sorprese. Pensavo che non osasse nemmeno candidarsi al Quirinale ma so bene che se si intestardisce su una battaglia è difficile convincerlo a tornare indietro".
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La Bindi riserva parole severe anche per Pier Ferdinando Casini che, annota l’esponente Pd, "ha fatto un lungo percorso, dalla Dc all’essere eletto con i voti del mio partito. Sono quei percorsi che possono unire ma - avverte - anche dividere". "Quando uno fa dei percorsi così contorti, quando uno prima è del centrodestra e poi viene eletto con i voti del centrosinistra, ecco, non è detto che il percorso unisca. In ogni caso Casini non è il profilo internazionale di cui credo l’Italia abbia bisogno in questo momento" è la bocciatura della Bindi.
Tornando a Berlusconi, Bindi ricorda che "non l’ho mai aggredito, è lui che ha aggredito me e io ho provato a difendermi. Gli ho risposto senza aggredire ’sono una donna che non è a sua disposizione'" ricorda nel salotto "amico" della Gruber. "Non ho contribuito a renderlo personaggio, fa tutto da solo, Silvio Berlusconi. Qualcuno - dice ancora - si è illuso che ci trovassimo di fronte a un uomo europeista. Con la storia e con quello che ha rappresentato in Italia e nel mondo, che gli si consenta da un mese a questa parte di tenere il gioco fermo - sottolinea - è davvero molto grave. Grave il suo comportamento e grave chi glielo ha consentito" dice senza colpo ferire.
Ma c'è anche qualche bacchettata per il suo partito, contando anche la vicenda dei 101 franchi tiratori che affossarono Romano Prodi. "Vedo incertezze da parte di Pd e M5s, il mio auspicio è che convergano sul presidente Draghi, perché se è una risorsa meglio che lo sia al Quirinale per sette anni che per dodici mesi scarsi a Palazzo Chigi". Quanto al governo "secondo me dovrebbe restare questa maggioranza: come elegge Draghi al Quirinale, trova un punto di incontro per proseguire l’azione di governo. Se non c’è una convergenza seria sul Presidente della Repubblica non è detto che regga il governo, non è detto che regga nemmeno Draghi". E tuttavia, "credo si debba lavorare per un presidente del Consiglio politico e non tecnico, perché non voglio il semipresidenzialismo francese. Il Presidente della Repubblica ha responsabilità su tutti i tre poteri, non solo su quello esecutivo".
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La Bindi a tutto campo su Berlusconi fa scappare una battuta a un ospite fisso di Lilli Gruber, Giuliano Guida Bardi, albergatore e rappreesentatnte di Federalberghi nel Sud Sardegna: "Rosy Bindi è la più grande berlusconiana d'Italia, i suoi atteggiamenti e quelli della sua parte hanno creato il fenomeno Berlusconi. Un'opposizione così preconcetta e veemente lo ha reso un'icona...".