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Ombre sul Quirinale, Molinari all'attacco sul voto a distanza

Federica Pascale
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Tanti i dubbi sul Quirinale ma ce n’è uno che non si scioglierà se non il giorno stesso del voto: quanti saranno i grandi elettori presenti in aula. In tempi di Covid, impossibile prevederlo con certezza. In questi giorni, i partiti si interrogano sul come ovviare a questa difficoltà: “Ieri, durante la conferenza dei capigruppo alla Camera, abbiamo discusso per tre ore su questo tema” afferma Riccardo Molinari, capogruppo della Lega, ospite della puntata di martedì 18 gennaio di Stasera Italia, il talk condotto da Barbara Palombelli su Rete4. “Sono emerse due posizioni molto chiare e contrastanti: il centrodestra e Italia Viva hanno proposto punto per punto una serie di soluzioni, anche per cercare di superare i problemi costituzionali e normativi che ci possono essere per il voto dei positivi, mentre un’altra parte politica è rimasta ferma sulla sua posizione”, cioè di lasciare fuori dalla Camera tutti quelli senza green pass poiché positivi. 

 

 

 

 

 

Le soluzioni, ad onor del vero, esistono. Infatti, ad esempio, tutt’oggi il transatlantico della Camera è occupato da banchi equipaggiati con computer attraverso i quali i parlamentari possono votare. In questo modo, rimangono fuori dall’aula visto che all’interno sarebbe impossibile mantenere il distanziamento. “Abbiamo interpretato estensivamente il concetto di aula - spiega Molinari - Questo è chiaro che deroga alla norma, ma l’eccezionalità della pandemia ha portato tutte le forze politiche a trovare un accordo su questa modalità”. 

Nel caso specifico del voto per il Quirinale, Molinari propone l’opzione Covid Hospital. Una struttura sicura, nei pressi di Montecitorio, dal quale dovrebbero partire dei percorsi sicuri che portano ad una sala all’interno del palazzo. Così, i parlamentari potrebbero entrare e uscire per votare in sicurezza. “Manterremmo il voto in sede, segreto su scheda o busta chiusa senza il problema del voto telematico, e faremmo la stessa cosa che abbiamo fatto per il Transatlantico, cioè estendere il concetto dell’aula al cortile di Montecitorio, per esempio”. Certo, bisogna voler trovare una soluzione e, secondo Molinari, non tutti hanno interesse a farlo.

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