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Ce la farò, Berlusconi non molla e assicura i suoi

Gianni Di Capua
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Se tutto il centrodestra mi sostiene, i voti poi usciranno... Dopo il vertice a «Villa Grande» di venerdì scorso, nel corso del quale Matteo Salvini e Giorgia Meloni gli hanno chiesto di sciogliere la riserva e candidarsi, Silvio Berlusconi non molla, non si lascia scoraggiare, e continua a sognare il Quirinale, pronto a sfidare anche il «fuoco amico», vero scoglio da superare in quella che lui considera la partita della vita ed è pronto a giocarsela a viso aperto fino in fondo.

Il Cav, secondo quanto scrive l’Adnkronos, è convinto che alla quarta votazione possa spuntarla ma deve poter contare sul voto compatto innanzitutto dei suoi alleati (sulla carta sono 450 i grandi elettori della coalizione). L’ex premier sa benissimo che se vengono meno Matteo Salvini, Giorgia Meloni e «Coraggio Italia», la cosiddetta operazione scoiattolo fallirebbe sul nascere. E a quel punto, raccontano, il presidente di FI potrebbe far scattare un «tana libera tutti» dagli esiti imprevedibili. Vari scenari circolano in questi giorni sul «dopo Mattarella», tanti vedono come protagonista Gianni Letta, da sempre confidente dell’uomo di Arcore, uno dei pochi che può permettersi di dirgli le cose in faccia e metterlo in guardia dal rischio di un flop quirinalizio.

Tra gli scenari prospettati in ambienti del centrodestra ci sarebbe anche quello che vede Berlusconi indicare, di fronte alle forti perplessità di Lega e Fdi, proprio Letta come candidatura alternativa, in grado di ottenere un consenso trasversale, a cominciare da Italia Viva e Fdi. Dopo di me Gianni sarebbe la persona più adatta di tutte, avrebbe detto il leader forzista a chi ha avuto modo di sentirlo in questi giorni. Se anche con Letta in campo non si riuscisse a trovare un accordo comune, allora davvero salterebbe ogni vincolo di coalizione. Un’ipotesi, quella dell’implosione interna del centrodestra, che, secondo alcuni, potrebbe concretizzarsi anche senza giocare la carta Letta. Secondo altri boatos resterebbe sempre in piedi un altro «piano B», con l’ex presidente del Senato Marcello Pera in campo (ipotesi gradita a Matteo Salvini) oltre all’opzione di una donna come Letizia Moratti. Allo stato, l’ex presidente del Consiglio starebbe continuando la sua campagna elettorale da Villa San Martino (il nuovo vertice con Lega e Fdi dovrebbe tenersi venerdì sempre nella sua residenza romana sull’Appia antica) a caccia di consensi fuori dal perimetro del centrodestra.

Oggi Berlusconi è atteso a Strasburgo per partecipare alla commemorazione di David Sassoli: salvo cambiamenti di programma, dovrebbe trattenersi anche domani per prendere parte all’elezione del nuovo presidente del Parlamento Ue. Berlusconi, raccontano, è a caccia di almeno 100 grandi elettori «extra» che gli darebbero la certezza matematica di farcela, «compensando» i franchi tiratori interni. Pallottoliere alla mano, al momento sarebbero oltre 80 i voti in più, ovvero oltre i confini del centrodestra. Tra gli scettici dell’operazione «Silvio for president» c’è «Coraggio Italia»: Giovanni Toti ribadisce, infatti, che «non sono accettabili veti su Berlusconi, sarà lui a dirci se intende candidarsi, se ci sono i numeri. Ma a Silvio dico: un uomo come lui non può esporsi a una brutta figura».

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