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"Il capolavoro di Berlusconi", Paolo Mieli spiazza tutti dalla Annunziata: può vincere ma poi si andrà al voto
Se fosse uno dei parlamentari che dovrà eleggere il prossimo presidente della Repubblica, Paolo Mieli non voterebbe mai Silvio Berlusconi, per diverse ragioni, tra cui un "motivo personale". Il giornalista, ex direttore del Corriere della sera, domenica 16 gennaio è ospite di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più- Sul tavolo naturalmente la corsa per il Quirinale e la candidatura del presidente di Forza Italia.
"Molte volte mi sono fatto ingannare da Berlusconi pensando 'ma figurati se...'", dice Mieli citando l'editoriale di oggi sul Fatto di Marco Travaglio, "invece questa volta lo prendo più sul serio e giudico la sua operazione un capolavoro" ammette il commentatore.
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"Abbiamo parlato per tutta la campagna presidenziale di questa manovra di Berlusconi che ha tenuto unito il centrodestra" senza la quale "ognuno sarebbe andato per conto suo". Matteo Salvini e Giorgia Meloni "non hanno fatto un atto di sottomissione ma hanno capito che questo gioco di arrivare uniti fino alla fine dà loro un vantaggio". Innanzitutto perché "ritengo possibile la vittoria in via parlamentari di Berlusconi", dice Mieli, e poi perché la candidatura del Cav dà loro "un peso maggiore rispetto all'altro fronte, più sgangherato".
Poi Mieli si mette nei panni dei grandi elettori del Colle, parlamentari e delegati regionali. "Voterei tre volte no a questa ipotesi", ossia al Cav presidente. Anche "per motivi personali su cui non vi voglio intrattenere perché non sono una persona risentita, ma ho memoria di cose che riguardano la mia vita professionale, lasciamo perdere..." dice sibillino il giornalista e storico. Ma c'è anche un altro motivo: "La vittoria di Berlusconi arriverebbe con 450 voti espliciti e 50-60 dati sottobanco - è la previsione di Mieli - i partiti sospettati di averglieli dati, come i 5Stelle, si ritirerebbero immediatamente dal governo". Insomma, per Mieli l'elezione di Berlusconi porterebbe subito a elezioni anticipate.