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Deve fare un bagno di umiltà, Gasparri disintegra Letta

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«L’atteggiamento di Enrico Letta è francamente non condivisibile quanto prevedibile. Il Pd ritiene le istituzioni una sua proprietà privata. Che abbia i voti per avanzare questa pretesa o, come più spesso gli accade, non ne abbia. Le istituzioni sono "loro". È "loro" la Rai, deve essere "loro" il governo, deve essere "loro" il Quirinale. Dove hanno mandato esponenti del loro partito più volte. Ora non vogliono accettare un confronto senza pregiudiziali e vorrebbero dettare l’agenda. Ma il tempo è cambiato». Così, in una nota, il senatore Maurizio Gasparri, componente del Comitato di presidenza di Forza Italia.

«Invitiamo Enrico Letta - aggiunge Gasparri - a un bagno di umiltà, come quello al quale nel passato anche il suo stesso partito lo ha costretto. Scelse addirittura una sorta di "esilio volontario" dopo le complesse vicende che lo videro costretto a lasciare spazio ad altri esponenti della sua area. Non dia quindi lezioni. Rifletta su una proposta del centrodestra che ha profonde radici nella storia democratica del Paese».

 

 

 

 

 

“Invitiamo i tanti che danno lezioni arrogandosi il diritto di dire chi può essere una personalità condivisa o chi non lo è, chi può avere uno spirito istituzionale e chi non lo ha, a fare una riflessione su quanto sta avvenendo tra le alte magistrature dello Stato. Il Csm ancora una volta fa una figura incommentabile. Il Consiglio di Stato ha decapitato i vertici della Cassazione. Quella Cassazione dove ancora alcuni personaggi siedono in poltrone di vertice dovendo invece spiegare i propri rapporti con i protagonisti degli scandali che hanno investito negli anni passati il Csm. La magistratura deve riflettere su se stessa. Sui criteri delle nomine. Su realtà che non la politica polemica, ma le stesse istituzioni dello Stato, descrivono in modo impietoso. È stato il Consiglio di Stato a decapitare il Csm, non una polemica derivante da uno scandalo o una sortita proveniente dal mondo politico. Quando qualcuno fa battute sul fatto che dei magistrati potrebbero meravigliarsi di avere alle proprie spalle l'immagine di questo o di quel capo dello Stato all'interno del proprio ufficio, io penso che ci si dovrebbe fare una domanda opposta. Meritiamo questi vertici della magistratura nel nostro Paese? I cittadini si possono fidare di queste toghe? Io certa gente non la vorrei vedere né in foto né nella realtà.”

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