Quirinale, guerra di nervi tra Silvio Berlusconi e Mario Draghi. La minaccia di Forza Italia che inguaia il governo
Silvio Berlusconi non molla e non ha nessuna intenzione di riporre nel cassetto il sogno di varcare la porta del Quirinale da capo dello Stato. In questi giorni di festa il Cav non si è mai fermato e con precisione ha aggiornato il pallottoliere, certo di poter raggiungere e superare quota 505 preferenze, quelle cioè necessarie per essere eletto a partire dalla quarta votazione. Nelle numerose telefonate che da Arcore ha avuto con diversi parlamentari azzurri il refrain è sempre lo stesso: "Con Mario Draghi al Colle si andrebbe al voto anticipato". Per l'ex premier la convinzione è quella che non si può interrompere il lavoro svolto finora dall'esecutivo che lui stesso ha promosso, ci tiene a dire in ogni colloquio, pertanto "meglio che Draghi resti dov'è, in caso contrario Forza Italia non sosterrebbe un altro esecutivo".
Il tema Quirinale fa paura a Draghi e scatta la tagliola: “Niente domande”
Intanto è confermato l'arrivo di Berlusconi a Roma domani pomeriggio. In agenda non ci sono appuntamenti, l'unico, ormai annunciato da settimane, il vertice di centrodestra che si dovrebbe tenere a Villa Grande venerdì. Chi ha avuto modo di parlargli in questi giorni definisce il leader azzurro "tranquillissimo" soprattutto sulla lealtà degli "alleati". Berlusconi non teme sgambetti, né da Matteo Salvini né da Giorgia Meloni, anche perché è sicuro che una sua elezione al Colle "conviene anche a loro, più che un Sergio Mattarella bis o un altro nome" scelto dalla sinistra. L'orizzonte è quello delle elezioni e un futuro governo a guida centrodestra. Infine, filtra da Arcore, è poco probabile che Berlusconi sciolga la riserva durante la riunione della coalizione, dando la sua disponibilità. Piuttosto, quello che si aspetta, è la prova di compattezza da parte degli alleati attorno a una sua eventuale candidatura.
Se non ora quando? Il centrodestra non perda la grande occasione
Nel frattempo Coraggio Italia, partito guidato da Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, va verso la posizione di puntare su Draghi al Colle e quindi non sostenere Berlusconi nella partita del Quirinale. La scelta dovrebbe essere ufficializzata mercoledì nel corso della riunione congiunta di senatori e deputati. Alla riunione convocata alla Camera saranno presenti anche i vicepresidenti Marco Marin, Gaetano Quagliariello. Coraggio Italia conta su 31 grandi elettori per l'elezione del Presidente della Repubblica: 21 deputati, 9 senatori, il Presidente della Regione Liguria.
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