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Draghi è stanco dei partiti. Governo fino al 2023? Non vede l'ora di andarsene, al Quirinale o in Europa

Arnaldo Magro
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Anno nuovo, vita nuova. Almeno se lo augura sentitamente, Mario Draghi. Che non vede l’ora di andarsene, che sia Quirinale o anche altrove, magari pure in Europa. L’importante è che sia lontano da loro.

Da questi partiti. Quanto accaduto durante l’ultimo Cdm, altro non è, che una avvisaglia di quanto succederà nei prossimi mesi. Ad un anno dalle politiche, i partiti giocheranno a tutto campo, pur di portare a casa consenso nei sondaggi. La gestione del governo, diventerà così difficilissima per non dire impossibile ed ogni occasione, sarà invece buona, per impantanare il tutto.

 

Il rischio per il Premier è quello di non riuscire a portare a casa i risultati sperati. Sul fisco ad esempio, come possono conciliarsi le vedute troppo divergenti di Lega e FI, con quelle di Pd e 5stelle? «È arrivato il momento che Draghi, si renda conto di avere a che fare con la politica di professione, qui non siamo al tavolo educato della finanza europea, dove si sorseggia the al limone» fa trapelare un autorevole esponente dell’opposizione.

 

I partiti gli hanno già fatto intendere in maniera chiara, alcuni aspetti. Se proprio dovesse andare al Colle, sarà per sola decisione dei partiti. Che successivamente non si faranno certo imporre, il nome del suo successore a Chigi. Lo designeranno loro. In caso contrario, Mario Draghi può continuare a restare a Palazzo Chigi, per gestire i progetti Pnrr. A fare ciò per cui è stato chiamato.

 

Viene quasi da pensare, che se non avesse nel tempo, accresciuto la propria autostima, grazie ad un curriculum decisamente formidabile ed unico, SuperMario potrebbe quasi pensare, di esserci rimasto incastrato in quel ruolo. Sembrava tutto troppo bello per accorgersene. Ora invece assomiglia sempre più ad una gabbia dorata. Dalla quale lui, vuole uscire al più presto. 
 

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