Governo "fotocopia", così vogliono lanciare Draghi al Quirinale. E spuntano Di Maio o Franceschini premier
Nello stallo delle trattative per il Quirinale siamo alle esce per far abboccare parlamentari e ministeriali. Nella ridda di voci per l'elezione del presidente della Repubblica l'ultima freccia all'arco dei frombolieri di Mario Draghi è quella del "governo fotocopia", una esecutivo Draghi senza Draghi.
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Ma in che senso fotocopia? A raccontare la "formula magica" che gira i queste ore è il Giornale che spiega il "pacchetto": il premier si trasferisce al Quirinale, e il governo resta così com'è. Stessi ministri, stessi sottosegretari, equilibri invariati. Solo una casella cambierebbe, quella del presidente del Consiglio dive si accaserebbe un tecnico come i ministri Marta Cartabia o Daniele Franco, oppure un politico.
I nomi caldi sono quelli di cui si è parlato nei giorni scorsi sui giornali, ossia il demi Dario Franceschini, il leghista Giancarlo Giorgetti o Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle.
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Ma con la maggioranza spaccata sulle misure contro la pandemia "le premesse stesse della permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi si stanno dissolvendo, sotto la spinta delle contrapposte e confuse strategie di sopravvivenza dei fragilissimi partiti di una coalizione sui generis. Rischia così di cadere l'argomentazione principale - in buona o cattiva fede - utilizzata da chi è contrario all'ascesa dell'attuale presidente del Consiglio al Quirinale: 'Draghi deve stare al suo posto perché è l'unico a poter tenere insieme questa maggioranza'" si legge nel retroscena.
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In questo scenario variabile del voto anticipato diventerebbe più concreta. E chi vuole portare SuperMario al Colle dovrà superare le spinte elettorali di Giorgia Meloni, ma anche di Giuseppe Conte che vede vicino il momento, forse già alle amministrative di primavera, in cui Di Maio gli scipperà il Movimento.