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Promesse non mantenute, nel governo i conti non tornano

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Arnaldo Magro
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L’impressione è che più di qualcosa non stia tornando nei conti fatti dal governo. Che qualche promessa non sia stata mantenuta. Ci si scontra in Cdm sulla scuola, ci si accapiglia sullo smart working, si battaglia sul Super Pass al lavoro estendibile a tutti i lavoratori. Sembra non esser bastato agli italiani vaccinarsi in massa, prima, seconda, terza dose. Ora sembra arrivare invece, la retromarcia da innescare.

 

Il rischio blocco delle scuole è più che una ipotesi da valutare. Il travaglio del passato che ritorna. Le Regioni vogliono posticipare il ritorno in classe degli studenti. C’è addirittura, chi propone la Dad ma solo per i ragazzi non vaccinati. Dopo aver posto il vaccino come condizione indispensabile per praticare sport, è giusto attenderci medesima sorte anche per l’istruzione dei nostri giovani?

 

È giusto considerare i più giovani come responsabili delle scelte compiute dai genitori. Sono sempre i genitori a decidere se vaccinare o meno i figli. Patria potestà. Sarebbe opportuno ricordarlo. Primo a proporre lo slittamento sui banchi comunque, è Vincenzo De Luca poi a ricasco, è arrivato il veneto Luca Zaia. Eppure a settembre abbiamo assistito ad una carrellata di dichiarazioni enfatiche all’unisono: «Mai piu Dad». Ne erano tutti certi. Nessun dubbio al riguardo. Dal Presidentissimo Sergio Mattarella, proseguendo col ministro Bianchi e finendo con il segretario Enrico Letta. «I ragazzi positivi a scuola, creano un effetto domino come in nessun altro contesto», dice Zaia.

 

Nel mentre è cambiato il Covid, è mutato nelle sue varianti. Ma un aspetto è rimasto uguale. La categoria sulla quale addossare, chissà poi, quale colpa.

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