Il ricatto di Letta sul Quirinale: o salta Berlusconi o non parliamo con nessuno
È stallo totale tra i partiti sul Quirninale. Il presidente della Camera, Roberto Fico comunicherà alle Regioni la data di convocazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica e il segretario della Lega, Matteo Salvini, rilancia la proposta di un tavolo tra i leader per individuare un nome condiviso, ma il Pd lo gela: finché il nome di Silvio Berlusconi resterà in campo, nessun accordo è possibile.
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Dal M5S intanto, o almeno da una parte del campo pentastellato, sale la richiesta di un Mattarella bis. «Salvini è riservatamente al lavoro per riunire tutti i leader e organizzare un incontro, per condividere quantomeno un metodo», filtra in giornata da fonti del Carroccio. Ma la replica del Nazareno è secca: fino a quando c’è il nome di Berlusconi in campo è difficile che possa esserci un tavolo sul Quirinale. Anche cominciare a parlarne dunque è difficile fino a quando ci sarà all’orizzonte la possibilità che il Cavaliere scenda in campo.
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Enrico Letta considera il nome dell’ex premier divisivo, sulla stessa lunghezza d’onda anche Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Non è escluso che ci possa essere un nuovo incontro tra i leader dell’ex fronte rosso-giallo ma per ora raggiungere un’intesa appare un’impresa, proprio per le diverse posizioni dei due schieramenti. Per FI infatti, ma anche per Salvini e Meloni, non ci devono essere pregiudiziali. «Letta mette veti e prende tempo», osservano fonti della Lega. Nel Pd e in M5s c’è chi interpreta l’attivismo del ’Capitano' leghista come un segnale dello smarcamento della Lega dall’ex premier, per il momento il centrodestra non avrebbe intenzione di parlare di nomi. In realtà il dibattito sui nomi sarà portato avanti non prima di metà gennaio. Una delle ipotesi sul tavolo è che possa incentrarsi sulla figura di Giuliano Amato, un nome su cui il Pd non ha mai nascosto di poter puntare e che anche ad una parte del Movimento 5 stelle potrebbe essere gradito. Ma Berlusconi per ora non ha intenzione di fare un passo indietro e sulla ’carta' Amato ci sarebbero pure le perplessità dei leghisti.
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Una parte del partito del Nazareno (Letta in primis) e del Movimento 5 stelle (Di Maio soprattutto) stanno lavorando per salvaguardare la figura del presidente del Consiglio Draghi. Una candidatura che però trova resistenze nei gruppi parlamentari dem e del Movimento 5 stelle.
E proprio dal fronte M5S filtra la spinta per un Mattarella-bis allo scopo di compattare l’ex fronte rosso-giallo sulla partita del Colle. È quanto emerge, riferiscono fonti parlamentari, dall’assemblea del gruppo pentastellato al Senato, ma il tema è stato all’attenzione anche dei deputati. Resta sul tavolo comunque - viene riferito da fonti parlamentari M5s - la proposta di una candidatura femminile. Il punto fermo sulla partita Quirinale, emerge ancora dalla riunione dei senatori pentastellati, è che vi sia un metodo condiviso con i parlamentari per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica e questo attraverso la presenza costante dei capigruppo al tavolo delle decisioni.
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La strada che porta al Colle si fa in salita, dunque, con l'ipotesi Draghi che resiste e il veto dei dem che prende la forma di un ricatto.