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La Germania sbandiera i valori di libertà. Quelli che il Covid ha però compromesso

Antonio Siberia
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Qualcosa non torna e riguarda le politiche sul come combattere il Covid-19 nella vecchia Europa che da tempo si è data il nome di Ue - acronimo che sta per Unione europea (da non confondere con il pianto di un neonato, ueueue) - e nei Paesi del G7. La notizia da cui partiamo è questa: il ministro delle Finanze tedesco, il liberale Christian Lindner, ha annunciato: «La Germania assumerà la presidenza del G7 per il 2022. I paesi del G7 sono sinonimo di libertà, democrazia, progresso e cooperazione. Con questi valori dobbiamo superare la pandemia e portare avanti la ripresa economica globale». Caro Ministro di grande Germania, ci consenta: lei è incappato in un achtung politico. E sottolineiamo achtung! Un pericolo politico. Sì, perché quando accenna ai Paesi del G7 come sinonimo ed esempio di libertà e di democrazia, valori con cui affrontare e battere il Virus, il Ministro tedesco si scorda un fondamentale: come hanno scelto di combatterlo questo Virus gli Stati del G7? Perché l'Italia, la Germania, la Francia, insomma i Paesi che incarnano il nucleo solido dell'Unione Europea e che fanno parte del G7, hanno scelto di combattere il Virus con sorveglianze, obblighi e punizioni. Al punto che l'obbligo di vaccino o comunque l'obbligo per lavorare vien considerato normale dalla politica in Italia (il governo Draghi sembra puntare addirittura su un'ulteriore stretta alle libertà individuali nel prossimo Consiglio dei Ministri), in Francia e in Germania. Il fatto è che di normale in un trattamento sanitario obbligatorio (o quasi) per oltre 5 milioni di persone - parliamo dell'Italia -in un sistema democratico non c'è nulla.

 

 

Perciò quando un Ministro di Grande Germania - il signor Lindner- parla di G7, di libertà e di lotta alla pandemia dovrebbe far pace con la coerenza ma soprattutto con la polifonia del G7, polifonia che ancora esiste, per fortuna. Del G7 fanno infatti parte anche la Gran Bretagna - nazione che ha scelto la libertà per battere la pandemia e noni trattamenti sanitari obbligatori - il Giappone, altro Paese che scommette sulla libertà di scelta e gli Stati Uniti i cui diversi Stati federali hanno politiche differenti, con Texas e Florida fra i più liberi di tutti. La verità è che la pandemia ha spaccato le democrazie al loro interno rispetto al come affrontarla. L'Italia (e con lei buona parte del Vecchio Continente ad ovest) ha scelto di insistere su obblighi e costrizioni, una via meno democratica e meno libera. Altri no.

 

 

In tutto questo - ahinoi - a Roma anziché dibattere sui confini delle libertà e sulle costrizioni proposte dal Potere, preferiscono parlare di Massimo D'Alema e d'un suo eventuale ritorno nel Pd. Tze tze, che statisti. Ma chissenefrega di dove andrà D'Alema!!!!! (con cinque punti esclamativi).

 

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