i dolori del segretario
Si infittiscono le trame interne al Pd per far fuori Letta: se sbaglia sul Quirinale andrà ko
La partita del Quirinale è cruciale per Enrico Letta e per il suo futuro alla guida del Partito Democratico. Per il numero uno della sinistra non c’è alcun margine di errore, anche se in molti si augurano un suo inciampo. Oltre alle frizioni interne - arrivare all’elezione di un candidato non voluto dal Pd sarebbe un disastro - ci sono i movimento del centrodestra e di Matteo Renzi, che fanno di tutto per farlo sbagliare. “Letta sta sbagliando tutto” la confidenza del leader di Italia Viva riportata da La Stampa.
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“La parola chiave è unità. Il 13 alla riunione congiunta dei gruppi parlamentari e della direzione formalizzeremo, insieme, i punti cardinali della bussola con la quale ci muoveremo. Prima di quella riunione qualunque discorso è totalmente prematuro” il messaggio fatto filtrare ai suoi più fedeli collaboratori, a cui ha spiegato che il primo obiettivo è quello di fare di tutto per ostacolare la candidatura di Silvio Berlusconi, il cui nome per ora sta bloccando qualsiasi tipo di accordo trasversale. E per il Cavaliere c’è anche la strada di diventare il regista del nuovo presidente della Repubblica rinunciando all’elezione: una doppia strategia comunque vincente.
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Dentro al Pd in molti storcono la bocca sulla salita al Colle di Mario Draghi, ma Letta non ci sta: “Volete capire o no che è un punto di tenuta per il Paese?”. Il nome dell’ex banchiere centrale non può essere bruciato in alcun modo, anche se l’ostilità dei ministri di sinistra è ben presente. “Il centrosinistra con Renzi ha, a spanne, 455 grandi elettori, il centrodestra, se avessero loro Renzi, ne avrebbe 490. Comunque non i 505 necessari. Senza contare la percentuale fisiologica di franchi tiratori” analizza un dirigente dem. E alla fine non è escluso che sia Draghi il nome bipartisan per far vincere tutti. Ma di certo l’ipotesi Berlusconi fa tremare Letta.