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Quirinale e caso Pd, "è guarito". "Chi è malato..." Scontro tra Massimo D'Alema e Matteo Renzi

Federica Pascale
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Fuoco e fiamme a sinistra. La battaglia per il Quirinale entra nel vivo e torna sul campo un top player come Massimo D’Alema. Durante il brindisi di fine anno con i compagni di Articolo 1, l’ex premier ha annunciato il suo ritorno nel Partito Democratico. Nel 2017 aveva lasciato il Pd insieme ad altri ex dem come Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, per fondare poi il partito Articolo 1 – Movimento democratico e progressista. 

"La principale ragione per andarcene era una malattia terribile che è guarita da sola - dice riferendosi a Mattero Renzi, segretario del partito durante la scissione – pochi oggi potrebbero negare la fondatezza del giudizio sul rischio che quel partito cambiasse completamente natura nell’epoca renziana”. È necessaria “una ricomposizione” e “che si faccia un passo decisivo in avanti per la ricostruzione di una forza progressista”. Non manca, inoltre, una critica al governo Draghi, che sembra far tutto da solo dimenticando di consultarsi con le forze politiche. “L’idea che il premier si auto elegge capo dello Stato e nomina un altro funzionario del ministero del Tesoro al suo posto mi sembra una prospettiva non adeguata per un grande Paese democratico come l’Italia”. Le parole di D’Alema non passano certo inosservate, e anzi risvegliano antipatie mai sopite. 

Risponde per primo l’attuale segretario del Pd, Enrico Letta: “Il PD da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei democratici e progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse italiano. Nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Solo passione e impegno.”

Segue a ruota il commento più atteso, quello del leader di Italia Viva Matteo Renzi: “D’Alema rientra nel Pd dicendo che chi lo ha portato al 40%, a fare le unioni civili, ad avere l’unico governo con la parità di genere, a creare più di un milione di posti di lavoro è un MALATO. Sono parole che si commentano da sole. Un pensiero a chi è malato davvero, magari nel letto di un ospedale. E un abbraccio a chi sognava il partito dei riformisti e si ritrova nel partito dei dalemiani.

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