Quirinale, Giancarlo Giorgetti a colloquio con Piero Fassino. Alleanze a rischio?
È il momento degli sherpa, del confidare su congiunzioni astrali il più larghe possibile. Insomma, il lavoro sotterraneo di tessitura delle maggioranze per il Quirinale. Così, non è certo passato inosservato quel parlare fitto fitto, alla Camera, tra Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico nonché vicesergretario della Lega, e Piero Fassino, del Pd. Sarà stato l’argomento il Colle o magari ordinaria amministrazione tra un ministro e un presidente di Commissione (tutto aggiunge pagine al racconto di retroscena, in questi giorni che precedono la convocazione dei grandi elettori). Nel frattempo, le tessere si affiancano a comporre il puzzle della vigilia.
La Ditta torna nel Pd e rovina i piani di Letta. Gelo per D'Alema e la "malattia renziana"
Il Presidente uscente, Sergio Mattarella, nel messaggio di fine anno ha specificato che tra poche settimane si concluderà il suo “ruolo”, dicendo l’ennesimo no all’ipotesi candidatura. Ma, soprattutto nel Pd, c’è chi confida che un suo ripensamento per un bis esca dal cono dell’improbabile a causa dell’infuriare della variante delta. E poi ci sono i candidati virtualmente in campo.
Mattarella si è scordato due cose nel discorso finale. Hoara Borselli le ha scovate
Mario Draghi, che si scontra con il terrore dei partiti (tutti tranne Fratelli d’Italia) di tornare alle urne. E Silvio Berlusconi, che può affrontare questa ennesima mission impossible (ne ha vinte tante) alla quarta votazione con il presupposto base di una tenuta del centrodestra. E per questo nei giorni di festa ha fatto girare a mille il telefono. Stavolta il quadro è di difficile composizione, anche per via della difficile tenuta interna ai partiti.