Quirinale, Paolo Mieli e l'unico scenario possibile. A Omnibus partono gli applausi: "Sei un genio
“Sei un genio”. Paolo Mieli incassa i complimenti di Claudio Velardi, ex portavoce del premier Massimo D’Alema, per la lettura della partita sul Quirinale. Il romanzo è entrato nel vivo, a gennaio si voterà il successore di Sergio Mattarella e i partiti stanno intensificando i segnali (leggi: asse Lega-M5S sul rinvio del green pass rafforzato per i lavoratori).
A “Omnibus”, il talk del mattino di LA7, giovedì 30 dicembre, la conduttrice e grande giornalista parlamentare, Alessandra Sardoni, ospita il giornalista Claudio Velardi che dice di essere rimasto colpito da un articolo del Corriere della Sera su una serie di fonti quirinalizie relative al rifiuto dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di bissare il mandato. “Nelle ultime tre righe ho letto una cosa importantissima - racconta - Nel 2023 si voterà con un Parlamento ridimensionato e la prospettiva che qualunque presidente eletto ora venga messo in mora se sgradito non va sottovalutata. Cioè il tema del Parlamento rivoluzionato si pone anche per il Colle. Fai Amato o Cartabia e poi dopo un anno gli dici che se ne deve andare perché è cambiato il Parlamento? No, lasci lì Mattarella per un anno e compiuto il percorso Mattarella deciderà liberamente il da farsi”.
L’elezione del nuovo inquilino del Colle ruota anche intorno alla riforma parlamentare che ha previsto il taglio di senatori e deputati dal 2023. Paolo Mieli fa sponda e dà ragione all’ex portavoce di Massimo D’Alema: “Ha letto bene, quelle tre righe significano che solo un presidente eletto al primo voto e all’unanimità è in grado di passare alla prossima legislatura senza avere quel tipo di contestazione”. Una interpretazione degli avvenimenti futuri che entusiasma Velardi: “Adoro Paolo! E’ un genio! Un genio, solo lui poteva girare così la cosa”.
Lo studio scoppia a ridere e il direttore specifica: “Ma è ovvio e io aggiungerei solo Mario Draghi. La Costituzione più bella del mondo dice che se si arriva alla ventesima votazione, si va alla quarantesima e se ancora non è fatta si arriva alla millesima. In nessun paese del mondo si va da quello con il mandato scaduto e si dice: ‘decidi tu’. E’ successo una volta ed è stato brutto (il Napolitano bis, nda). E’ accaduto per un infortunio del PD con i 101 di Prodi e credo che Napolitano non sia stato contento di fare quel passo. Non può diventare la regola! Altrimenti richiamiamo Ratzinger al soglio pontificio”.
Il clima è ilare e Velardi scherza: “L’unica cosa da fare sarebbe richiamare Mieli alla direzione del Corriere della Sera”, “No questo no, perché sono già andato dal Papa a congedarmi, dovrei tornare e dirgli: Sommo Padre sono di nuovo qui e non mi va. Scherzi a parte, si dice la Costituzione più bella del mondo e poi si riduce a una totale burletta e si viola in continuazione? Ci vuole serietà”.