Mario Draghi al governo ben oltre il 2023, Rotondi svela il piano dei partiti sul Quirinale
Le grandi manovre nel risiko del Quirinale si fanno sempre più intense con l'ipotesi che porta a Silvio Berlusconi che resta una pista concreta. L'elezione a presidente della Repubblica del Cavaliere potrebbe inoltre far scattare reazioni a catena dall'esito sorprendente. A fare il punto sulla reale ampiezza della via che può portare Berlusconi al Colle è un suo forte sponsor, ossia il vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, Gianfranco Rotondi.
Patto Draghi-Mattarella per scegliere il premier e schivare le elezioni anticipate
Il veterano centrista rinnova gli auspici per l’elezione del Cav ma non solo: tutto porta a pensare a una lunga permanenza di Mario Draghi a palazzo Chigi, anche oltre il 2023. "Se Berlusconi sarà il nuovo presidente della Repubblica? Io ci spero, e lo dico con tutta la cautela anche scaramantica del caso. Il centrodestra è una cooperativa elettorale, permangono differenze enormi tra le principali componenti. Ma sulla opportunità di eleggere il primo presidente di centrodestra, e perdippiù nella persona del suo fondatore, saremo un esercito granitico" spiega Rotondi in una intervista ad Affaritaliani.
Quirinale, l'unico scenario possibile secondo Paolo Mieli. A Omnibus partono gli applausi
Pallottoliere alla mano, la domanda è: quanti parlamentari di Pd, M5S, Italia Viva e Gruppo Misto potrebbero votare Berlusconi nel con il voto segreto? "Se la domanda è politica, direi nessuno, non ci sono accordi, né trattative, né caminetti. Nel segreto dell’urna prevalgono però umori, simpatie, valutazioni personali, e da questi sentieri si imbocca una autostrada di possibile consenso per il Cavaliere". Una via che potrebbe diventare un'autostrada dunque, con buona pace di quelle componenti che non prendono neanche in considerazione un uomo o una donna non di sinistra al Quirinale.
L'irrilevanza dei partiti e la regia della cabina
La sorpresa è quella legata al futuro dell'attuale premier, che non ha però nascosto più di tanto le sue mire quirinalizie. "Il Presidente Draghi è un valore aggiunto del sistema Paese e può svolgere questo compito come molti altri. Mi sembra però che le forze politiche chiedano al premier di rimanere dov’è" è il commento di Rotondi. Le possibili candidature di Pier Ferdinando Casini e Giuliano Amato resistono, si tratta di politici che "hanno titolo, curriculum, relazioni" dice Rotonbdi che però è tifoso dichiarato e "primo sponsor di Silvio", pertanto "abbiamo un solo presidente".
L'azzurro però non lesina "una malizia: i partiti non accennano a modificare una legge elettorale destinata a regalarci un altro risultato di parità. Ciò significa che si pensa a una prosecuzione del 'momento Draghi' anche dopo il 2023". Insomma, il lavoro potrebbe essere tutt'altro che concluso, come invece detto dal premier alla conferenza stampa di fine anno.