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Bomba Covid sul voto per il Colle. Un «aiutino» per i franchi tiratori

Luigi Frasca
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Uno spettro si aggira a Montecitorio, ed è quello del rischio Covid sulle elezioni per il prossimo Capo dello Stato. In molti iniziano a dubitare che alla Camera ci possa essere un «assembramento» di oltre mille persone, visto che, secondo i virologi, il boom della pandemia causata dalla variante omicron si avrà proprio a gennaio. Ma il virus potrebbe anche essere un assist per qualche «franco tiratore» che potrebbe scegliere di non presentarsi causa covid e non votare. Il rischio è che comunque le possibili assenze potrebbero far scendere il quorum necessario per l'elezione. «È difficile fare previsioni rispetto a una cosa che nemmeno professori e scienziati riescono a fare - spiega il questore della Camera Gregorio Fontana - Cercheremo di gestire la situazione come abbiamo sempre fatto. Anche durante il lockdown e in zona rossa la Camera non si è mai fermata e non è mai stata chiusa. Faremo in modo che sia garantita la piena funzionalità dell'istituzione».

 

 

Quali misure? È ipotizzabile la richiesta del tampone per accedere alla Camera? «Ogni misura andrà valutata in base alla situazione generale. Oggi siamo in zona bianca, tra qualche settimana vedremo se sarà ancora così. È presto per dirlo». Il deputato del Pd e costituzionalista Stefano Ceccanti propone il voto a distanza: «Non capisco perché, vista l'evoluzione dell'emergenza virus, invece di ammassare più di 1000 persone nell'Aula di Montecitorio che in questo caso è solo seggio elettorale, e quindi senza problemi di dibattiti, ecc. non si possa far votare noi deputati con un pc, spalmati dentro varie sedi della Camera (per carità, tutti nel Palazzo), i senatori suddivisi in analoghe sedi dentro Palazzo Madama e i delegati regionali dal rispettivo Consiglio. Andrebbe deciso, ma lo so che non si farà».

 

 

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