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Il triste bilancio del 2021 sull'emergenza migranti: gli sbarchi sono raddoppiati

Riccardo Mazzoni
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Gli sbarchi di migranti irregolari quest'anno sono raddoppiati - a ieri gli arrivi erano a quota 64.100 - ma il governo ha ugualmente varato un decreto flussi per rispondere alla carenza di manodopera che prevede, anch'esso, il doppio di migranti non solo del 2020, ma anche degli anni precedenti. Un provvedimento, è bene ricordarlo, più volte sollecitato dalle Associazioni imprenditoriali di settori cruciali come agricoltura, turismo, costruzioni e trasporti, ma che pone comunque dubbi e interrogativi legittimi che non possono essere semplicisticamente ricondotti alla propaganda anti-immigrati. Se c'è mezzo milione di giovani italiani che riceve direttamente o indirettamente il reddito di cittadinanza - si è chiesto ad esempio Matteo Salvini basandosi su dati ufficiali Inps - perché il governo ha deciso di far entrare altri 70 mila migranti? Una domanda più volte formulata anche da Fratelli d'Italia, perché trattandosi di quote di ingresso per lavori stagionali e qualificati, significa che le politiche attive legate al reddito di cittadinanza, che avrebbero dovuto prevedere conseguenti percorsi di formazione, sono evidentemente fallite. La crisi ininterrotta dell'ultimo decennio, culminata con l'irruzione della pandemia, ha fatto aumentare in maniera spaventosa la sotto-occupazione, la disoccupazione e l'inattività sia degli italiani che degli stranieri, e con la disoccupazione giovanile che in Italia è la seconda di tutta l'Eurozona, perché dunque ricorrere alla manodopera extracomunitaria e non incentivare almeno quei due milioni di ragazzi che non studiano, non hanno un lavoro e neppure lo cercano ad uscire da questo stallo senza prospettive?

 

 

È vero che la richiesta di lavoratori stranieri avviene anche in altri Paesi sviluppati, ma in una situazione del tutto diversa, grazie agli elevati e consolidati tassi di occupazione interna. Ed è altrettanto vero che il ricorso agli immigrati da noi è dovuto anche alla scarsa propensione dei nostri disoccupati a svolgere lavori manuali e a spostarsi sul territorio, ma questo è un ragionamento che non può valere per i tanti immigrati già residenti in Italia che vivono da anni nei sottoboschi del lavoro irregolare e sono malpagati o schiavi del caporalato. A questo proposito, sarebbe utile sapere che fine hanno fatto i lavoratori coinvolti nelle 220mila domande di permesso di soggiorno presentate con la procedura di emersione varata nel 2020 dall'allora ministra Bellanova e che sono state esaminate solo in minima parte.

 

 

Prima di far entrare altri 70 mila migranti, non si sarebbe dovuto prima pescare nel bacino di quella sanatoria? L'esperienza peraltro insegna che il sistema dei flussi non ha mai favorito alcuna vera regolazione dei fenomeni migratori, e questo è dimostrato dall'incremento esponenziale dell'area dell'irregolarità nonostante i decreti annuali che negli ultimi sei anni non avevano però mai superato quota 31 mila. Ora invece si parla di «programmazione transitoria», e non si escludono altri ingressi soprattutto per l'edilizia e in vista dell'attuazione delle opere previste dal Pnrr. Intanto non si può che prendere atto dell'esultanza di Coldiretti, che ha accolto il decreto flussi come una manna dal cielo per salvare i raccolti. Ma in un Paese che non riesce a garantire un lavoro ai suoi giovani - anzi li invoglia a restare sul divano - e che ogni giorno è il principale approdo dell'immigrazione irregolare, questo maxidecreto flussi è la spia di un sistema che non funziona.

 

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