come saprà i nomi?
Enrico Letta minaccia di far fuori i franchi tiratori sul Quirinale. E il voto segreto che fine ha fatto?
Chi non si allinea al volete del Partito Democratico sulla partita del Quirinale non sarà candidato alle prossime elezioni. È questa la linea dettata da Enrico Letta stando alla ricostruzione del Messaggero, che sottolinea come ai vertici del Pd ci si aspetti unità, senza che ognuno vada per conto suo e si verifichi nuovamente uno scenario come quello che ha fatto fuori Romano Prodi. Il rischio per il segretario è quello di combattere da solo contro tutto il Pd: consapevole di tutto ciò Letta è pronto alla tempesta.
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C’è una frenata tra i dem sul nome di Mario Draghi al Colle, anche perché in molti temono le elezioni anticipate e l’impossibilità di ritrovare una poltrona in Parlamento visto il taglio che andrà in scena alla Camera e al Senato dopo la riforma. Il pensiero comune dentro al Pd vuole che se Draghi passerà al Quirinale, non potrà esserci nessuno in grado di portare avanti il governo fino al 2023, terminando quindi in anticipo la legislatura. “Chiudere la porta al premier equivarrebbe ad azzoppare uno statista elogiato dall'Europa e dal mondo” il senso del pensiero di Letta, che cerca di far cambiare idea ai suoi, alle prese con i mal di pancia. “Sarebbe meglio puntare su figure come Giuliano Amato (magari a tempo, per poi spostare sul Colle lo stesso Draghi) o Pier Ferdinando Casini” la ricostruzione del quotidiano sui pensieri dentro al Pd.