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Il Pd voleva l'obbligo vaccinale. Il retroscena sulla cabina di regia e la spinta di Franceschini e Speranza

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto 'Festività' che prevede una stretta sulle misure anti-Covid. Slitta, però, l'obbligo vaccinale per i dipendenti della Pubblica amministrazione, che non è previsto nel testo. L'ipotesi era stata proposta in cabina di regia da Dario Franceschini e aveva incassato l'accordo di Roberto Speranza e Renato Brunetta. Silente Giancarlo Giorgetti, mentre Stefano Patuanelli aveva chiesto un supplemento di riflessione e un confronto con il Movimento 5 Stelle.

 

 

Il retroscena trova una conferma dalle parole dell’ex ministro Francesco Boccia, responsabile Enti locali del Pd, che ha parlato poco dopo l’approvazione in cdm del nuovo decreto: “Se nei mesi scorsi, invece di assecondare la voglia di liberi tutti della destra e il consueto fiancheggiamento dei sovranisti ai no-vax, il governo nel suo insieme, comprese le componenti di destra che chiedevano anche la fine dell'emergenza sanitaria, avesse seguito la linea rigorista del Partito Democratico e del ministro della salute Speranza, spingendo anche verso l'obbligo vaccinale, oggi non avremmo questi numeri. Non ci voleva un chiromante per capire che le varianti che stanno devastando l'Europa sarebbero arrivate anche in Italia”.

 

 

"Abbiamo retto - ha proseguito Boccia - grazie agli italiani che hanno fatto volontariamente le due dosi. Ma non basta. Serve la terza dose e probabilmente la quarta, ma questo deve essere fatto con una netta regia scientifica e politica. Stop con i tentennamenti e avanti col massimo rigore anche durante le festività natalizie per evitare che la situazione in tutte le Regioni, alle quali il Governo deve assicurare in questi giorni il massimo sostegno non solo nella distribuzione dei vaccini ma anche nei sostegni finanziari più volte richiesti, degeneri e gli ospedali vadano di nuovo in crisi. Serve - conclude duramente il dem - vaccinare tutti senza distinzioni e va fatto soprattutto in questi venti giorni”.

 

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