Otto e mezzo, Tomaso Montanari disintegra il Pd e Mario Draghi: non fa nulla, governo vergognoso
Il Partito Democratico è l’obiettivo di Tomaso Montanari. Il rettore dell'Università per Stranieri di Siena è ospite nella puntata del 21 dicembre di Otto e mezzo, talk show serale sotto la conduzione di Lilli Gruber, e attacca pesantemente il partito guidato da Enrico Letta, rappresentato per l’occasione dal ministro Andrea Orlando: “Quando penso al Pd al governo mi viene in mente la battuta di Nanni Moretti ‘Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?’. Il Pd c’è o non c’è per nulla o se sia in disparte. Il rischio è quello di fare la foglia di fico sulle vergogne di un governo di destra. Uno ad esempio è il decreto delle delocalizzazioni, con i licenziamenti a garanzia dei padroni e non dei lavoratori. L’idea del capitale umano, inteso come merce che si compra e si vende, è esattamente il contrario dell’articolo 41 della Costituzione. L’altro esempio è il disegno di legge sulla concorrenza”.
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Ma cosa vuole che faccia il Pd? La Gruber lo domanda in maniera netta a Montanari, che replica immediatamente: “Orlando deve attuare la Costituzione e il Pd dovrebbe dire di avere un punto di vista diverso su tanti aspetti, deve farsi valere. La precarietà è in aumento, il Sud è sempre più abbandonato e gli squilibri territoriali non vengono toccati, la diseguaglianza aumenta… Si scelga un tema e si faccia qualcosa. Nel migliore dei casi non si sta facendo nulla, nel peggiore si sta facendo peggio di prima. Sarà un caso - dice Montanari nel botta e risposta - che l'Italia sia affidata ad un banchiere mentre il Cile ad un giovane di sinistra?”.