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Partiti in tilt sul Colle, l'avvertimento di Renzi spiazza tutti

Tommaso Carta
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La scelta del nuovo capo dello Stato interessa tutti, maggioranza e opposizione, ma nessuno sembra avere il pallino in mano. Le trattative ci sono, ovviamente sottotraccia, ma nessuna mossa concreta. Il centrodestra prende sul serio il ruolo di king maker che leader di altri schieramenti gli riconoscono, solo che difficilmente si vedrà un tavolo di coalizione tra Natale e Capodanno. Per Forza Italia è troppo presto, mentre FdI vuole prima vedere come andrà a finire la partita della legge di Bilancio, sulla quale sta investendo diverse fiches politiche, accusando il governo di bypassare totalmente il Parlamento. Solo la Lega ci crede, o meglio il suo segretario: «Chiederò agli amici del centrodestra di trovarci già questa settimana» Matteo Renzi, uno degli «osservati speciali» tra i grandi elettori, pone l’accento su un altro aspetto: le carte per l’elezione del capo dello Stato «le dà il Parlamento. Quindi tutti, la destra ma anche la sinistra. Ma serve un regista: l’altra volta il mio Pd aveva meno grandi elettori di quanti ne ha oggi il centrodestra. Ma noi avevamo una strategia, andare alla quarta votazione, e un candidato poco conosciuto ma molto forte, Sergio Mattarella. Oggi la destra ha i numeri. Non mi pare che abbia però né una strategia, né il candidato».

Il nome potrebbe essere quello di Silvio Berlusconi, ma la carta resta coperta per non bruciarla. Nonostante gli altolà del centrosinistra, che Salvini, comunque, ignora e sorpassa: «Tutti coloro che in base alla Costituzione lo possono fare, hanno il diritto di candidarsi a capo dello Stato, poi spetterà a noi trovare il migliore». Mario Draghi, invece, pian piano sta uscendo dalle liste dei vari leader. Salvini dice che sarebbe «complicato» spostarlo da Palazzo Chigi, il M5S non sembra avere una linea troppo distante. Quella del premier «è una figura autorevole riconosciuta in Europa e ha preso l’impegno di portare l’Italia fuori dalla crisi pandemica. Siamo nel pieno della quarta ondata ed è chiaro che non abbia ancora finito il lavoro», dice il vicepresidente dei pentastellati, Michele Gubitosa, che poi lo ripete a scanso di equivoci: «Deve continuare il lavoro». In casa dem Enrico Letta continua sulla sua linea, perché la scelta del nuovo presidente della Repubblica «è appuntamento che avrà un’importanza notevole per il Paese e che noi vivremo al momento opportuno». Prima ci sono altre priorità: «Ci siamo dati come regola che adesso ci concentriamo sulle incombenze del momento - aggiunge il segretario del Pd -, che sono la lotta alle pandemia mettendo in campo le misure necessarie affinché questa variante che, purtroppo, fa paura riusciamo a limitarla». Oggi, intanto, Sergio Mattarella riceverà al Colle il premier Draghi, i rappresentanti di istituzioni, forze politiche e società civile per il tradizionale scambio di auguri pre-natalizi. L’evento sarà a ranghi ristretti, a causa della recrudescenza del virus: tutto in digitale tranne che per quei poco meno di 150 invitati su 500 che di solito affollano le sale del Quirinale. Chissà se anche questa sarà l’occasione per un nuovo commiato, perché il tempo delle scelte è vicino. Anche se fossero dei ripensamenti.

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