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La vendetta di Matteo Renzi: "Per chi difendeva Giuseppe Conte adesso Mario Draghi è insostituibile"

Tommaso Carta
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«Un anno fa, esattamente un anno fa, mandavamo a Giuseppe Conte una lettera con le richieste di cambiamento sul PNRR. A distanza di un anno, molto è cambiato: vaccini, economia, PNRR. Ma, soprattutto, è cambiato il Governo. Quelli che dicevano: "o Conte o morte", adesso dicono che Mario Draghi è insostituibile». Matteo Renzi si toglie qualche sassolino dalle scarpe nella sua eNews settimanale, scritta al culmine di alcuni giorni in cui è tornato alle luci della ribalta per diversi motivi. In primis per la decisione della Giunta delle Immunità del Senato di sollevare il conflitto di attribuzione contro i magistrati di Firenze che indagano sulla Fondazione Open che hanno intercettato le sue comunicazioni senza chiedere l'autorizzazione al Senato. Ed è proprio sui magistrati, dopo la stoccata velenosa a Conte, che il leader di Italia viva concentra parte del suo discorso.

 

 

«Appena si farà il processo- scrive Renzi- sarà chiaro che io non ho violato la legge ma che i PM hanno violato la Costituzione. Mi hanno accolto il Procuratore Capo Giuseppe Creazzo, proprio ieri sanzionato dal CSM per molestie sessuali; il Procuratore aggiunto Luca Turco, che è il PM delle perquisizioni giudicate illegittime dalla Cassazione: il procuratore Antonino Nastasi, che è stato in settimana accusato da un ufficiale dei Carabinieri di aver inquinato la scena criminis, nella tragica vicenda di David Rossi a Siena. Avrei buon gioco, dunque, a gridare allo scandalo. Ma io sono un ex Premier: io rispetto le Istituzioni e, dunque, collaboro con lealtà con questi tre miei accusatori e sono andato da loro a dire in faccia ciò che credo. Ho presentato una memoria, vedremo cosa mi risponderanno».

 

 

Per il resto, Renzi affronta il tema del riacutizzarsi della pandemia svelando di aver chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di autorizzare la terza dose di vaccino cinque mesi dopo la prima dose e non dopo la seconda. E poi si concentra sulla manovra. Nella quale, a suo dire, «ci sono ottime novità» ma, al tempo stesso, sarà approvata con «procedure parlamentari inaccettabili». «Ormai viviamo in un sistema parlamentare in cui il bicameralismo è stato superato di fatto. Peccato, non è la strada costituzionalmente corretta». Infine, un congedo dalla sua misura più nota: «Con il 2022 vanno in pensione i "miei" 80 euro, dopo otto anni di onorato servizio, trasformati in una diversa riforma dell'Irpef. Penso che siano stati un'ottima misura fiscale, di giustizia sociale e incentivo ai consumi. I risultati sono stati molto significativi».

 

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