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Mario Draghi non ne può più dei partiti e vuole scappare da Palazzo Chigi

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Mario Draghi non ha affatto rinunciato alla possibilità di salire al Quirinale. Anzi, come riferisce Repubblica è una scelta considerata quasi necessaria visto l’inasprirsi della pandemia e le resistenze dei partiti all’azione di governo. Il caos politico, dovuto anche al dilagare della variante Omicron, non ha intaccato i draghiani, che come riferisce Repubblica, si muovo con l’obiettivo Colle. Il timore è che l’elezione del presidente della Repubblica porti ad una spaccatura ai partiti e la guerra in Parlamento renderebbe quasi impossibile l’azione di governo: senza un patto per il Colle anche l’esecutivo di emergenza sarà paralizzato.

 

 

Sempre Repubblica sottolinea come le parole di Matteo Salvini sulla sua coabitazione con il Pd e una possibile fuga di Draghi siano state considerate parole aspre e interpretate come atto sostanzialmente ostile, anche se fortunatamente prematuro e dunque rimediabile. Il pensiero intorno al premier è che le dichiarazioni del leader della Lega siano servite ad indebolirlo nel confronto con Silvio Berlusconi, avvicinando la campagna elettorale del 2023.

 

 

Se non ci sono le condizioni politiche per avere un nome comune Colle, perché dovrebbero esserci per continuare a governare a Palazzo Chigi? È questo l’interrogativo più comune nelle stanze del potere più vicine all’ex banchiere centrale, che deve registrare il fatto che anche dal Pd vogliano una sua permanenza nel ruolo attuale invece che al Quirinale. La conferenza stampa di fine anno fissata per il 22 dicembre è attesa con trepidazione, visto che Draghi per la prima volta, dopo aver sempre rispedito al mittente ogni discorso, potrebbe dare degli indizi sul proprio futuro e su ciò che vuole fare. Di certo il premier non vuole candidarsi direttamente e non ritiene che al Quirinale ci si candidi, ma non escluderà alcuno scenario e si metterà a disposizione degli italiani. Potrebbe scapparci anche un’analisi della voglia di allontanarsi da Palazzo Chigi. 

 

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