Otto e mezzo, “sarà inservibile”. Marco Travaglio spera nei franchi tiratori contro Mario Draghi: basta banchieri
Non solo la pandemia, ma anche l’avvicinarsi delle elezioni per il nuovo presidente della Repubblica, una situazione che agita i partiti italiani. Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, è ospite della puntata del 17 dicembre di Otto e mezzo, talk show serale di La7 sotto la conduzione di Lilli Gruber, e analizza quale sarà il destino di Mario Draghi, diviso tra Palazzo Chigi e il Quirinale: “Ho già sbagliato - se la ride Travaglio - quando mi chiedevi se Draghi sarebbe andato a fare il premier oppure no. Più che sbagliarla io è lui che ha cambiato idea dopo la chiamata di Mattarella. Credo che se non volesse andare al Colle ce lo farebbe sapere e avrebbe trovato il modo di dirlo o di farlo filtrare tramite veline, visto che l’incertezza intorno al suo futuro sta paralizzando e agitando la politica. È un grosso punto interrogativo quello che vuole fare Draghi”.
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“I draghetti e draghini che parlano con lui sostengono Draghi al Quirinale e immagino che non lo facciano contro la sua volontà, ma interpretando la sua volontà. L'impressione - ribadisce Travalgio - è che Draghi voglia andare al Quirinale. Tra il volere e il potere c’è un grande dislivello, bisogna prendere 510 voti, possibilmente alla prima tornata perché sappiamo che quando i franchi tiratori ti impallinano la prima volta poi è difficile che tu sia ricandidabile alla seconda. Trattandosi di un monumento come Draghi, se dovesse essere impallinato alla prima votazione potrebbe diventare inservibile non solo come presidente della Repubblica, ma poi anche come presidente del Consiglio, non sarebbe un’anatra zoppa, di più”.
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“Che cosa ti auguri per il Paese?” la domanda che la Gruber rivolge al suo ospite in collegamento, che replica così: “Io mi auguro di avere un Presidente del Consiglio politico, e non un banchiere, che sia un cultore della Costituzione, che segua l’esempio di Sergio Mattarella e interpreti il ruolo di garante della Costituzione come lo ha fatto lui, tranne un paio di eccezioni trascurabili. Dubito che Draghi lo farebbe, se va al Quirinale la tentazione sarà quella di fare il Presidente del Consiglio per interposta persona. Cioè - conclude Travaglio - di portarci in un presidenzialismo di fatto che aborro”.