dopo il caso di Ennio
Mai più occupazioni abusive. Finalmente il Parlamento si muove. Ma il Pd...
Magari alle parole seguiranno i fatti. Occupare le case altrui sarà punito in maniera seria. Alla Camera, in commissione giustizia, è infatti cominciata la discussione congiunta sulle proposte di legge di vari partiti contro le occupazioni abusive. In prima fila la Lega, con due testi - presentati dai deputati Giuseppe Paolin e Luca Paolini ognuno in tempi molto diversi tra loro - e che ieri ha illustrato la propria posizione con l'onorevole Manfredi Potenti. Poi, ci sono proposte di Fratelli d'Italia, una di Edmondo Cirielli e l'altra di Tommaso Foti, una dei Cinque stelle della deputata Antonella Papiro, un'altra di Forza Italia, Annagrazia Calabria. E una incredibile, sottoscritta dal deputato del Pd Matteo Orfini, che vuole regalare residenza e servizi a chi occupa le case non sue.
Leggi anche: Casa: Meloni, 'stop tasse su immobili occupati'
Comunque, la tendenza del Parlamento sembra muovere finalmente in direzione di rendere giustizia a chi si vede togliere abusivamente la propria abitazione. È ancora fresca la ferita della vicenda nota a Roma quella della casa del signor Ennio, che al rientro dopo cure sanitarie si era trovato l'appartamento invaso da Rom che non ne volevano sapere di sloggiare. Da quel caso, portato per la prima volta alla luce dalla trasmissione Mediaset Fuori dal Coro di Mario Giordano, è partita un'indignazione popolare generale e che è stata interpretata da diversi parlamentari.
Ieri in commissione si è cominciata la discussione che porterà all'adozione di un testo base. E magari la legge troverà una sua definizione subito dopo l'elezione del nuovo Capo dello Stato. La discussione in commissione è stata introdotta dal presidente Mario Perantoni (Ms) che ha fatto le veci del relatore nominato e ha spiegato che nell'ordinamento vigente, l'occupazione abusiva di un immobile è un illecito civile, che obbliga l'autore alla restituzione e al risarcimento dei danni, oltre che un reato, punito con la reclusione sino a tre anni. Il problema è spesso rappresentato dai tempi lunghi necessari per rientrare in possesso del proprio bene. E le proposte di legge assegnate alla commissione giustizia - tranne quella di Orfini - sono volte a contrastare l'occupazione abusiva degli immobili, intervenendo sia sul quadro penale della repressione del fenomeno - anche tramite l'introduzione nel codice di una nuova fattispecie di reato e la previsione di specifiche aggravanti - sia sulla disciplina del rilascio degli immobili.
In discussione generale, ieri è intervenuto un solo deputato - il seguito dell'esame della proposta di legge è stato rinviato - proprio il leghista Manfredi Potenti. Egli ha inquadrato correttamente che cosa deve fare la politica in questi casi, ovvero fornire le dovute risposte a un fenomeno riscontrabile quotidianamente e nei confronti del quale fino ad ora vi è stato un approccio garantista volto a tutelare il diritto all'abitazione «anche in situazioni nelle quali il titolo risulti carente».
L'esponente leghista ha illustrato la proposta del suo partito, composta da un unico articolo, volto ad intervenire sul codice penale. In particolare, il comma 1 inserisce nel codice penale il nuovo articolo 633-bis, relativo al reato di occupazione abusiva di alloggi pubblici o privati. La nuova fattispecie penale punisce con la reclusione da un mese a 2 anni e con la multa da 1.000 a 5.000 euro chiunque occupi in modo abusivo alloggi pubblici o privati, adibiti a residenza principale di una o più persone. Il reato è procedibile a querela di parte (primo comma). Come stabilito dal secondo comma dell'articolo 633-bis, ci sono aggravanti (con la pena aumentata di un terzo) nelle seguenti ipotesi: l'alloggio non è rilasciato entro 48 ore dalla presentazione della querela; la persona offesa dal reato ha un'età superiore a 65 anni, è disabile o è affetta da una grave patologia. I successivi commi dell'articolo 633-bis disciplinano le conseguenze del mancato rilascio dell'alloggio entro 48 ore dalla presentazione della querela, prevedendo che: se l'alloggio occupato abusivamente è di proprietà pubblica, «si procede con ordinanza allo sgombero»; se l'alloggio occupato abusivamente è di proprietà privata, la polizia interviene senza indugio e senza attendere una pronuncia dell'autorità giudiziaria.
E tutto questo significa rendere finalmente giustizia a chi è derubato della propria casa.