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Confindustria, schiaffo ai sindacati: "Solo il 5% ha aderito allo sciopero". Ma le sigle sparano altri numeri

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E' stato un successo o un flop lo sciopero generale proclamato dai sindacati contro la manovra economica del governo. Dipende dalle fonti. Le sigle in piazza - Cgil e Uil - hanno infatti diffuso dati di adesione vertiginosi: secondo i primi dati raccolti dalle confederazioni, ci sarebbe stata una media dell’85 per cento in molte realtà e in alcuni settori interessati dallo stop.

Mediamente alte - dicono i sindacati - le adesioni su tutto il territorio nazionale nei trasporti, con una percentuale superiore al 60 per cento. Molti i voli cancellati nel settore aereo, sui bus nelle principali città un’adesione media oltre il 70 per cento e nella logistica e nel trasporto merci oltre il 60. Forte la risposta dei metalmeccanici: il primo dato aggregato registra un’ adesione dell’80 per cento tra le tute blu. Per citare solo qualche fabbrica, si è toccato il 70 per cento alle Acciaierie Italia di Genova; alla Electrolux di Pordenone il 70 per cento; il 90 per cento tra gli operai e il 60 per cento tra gli impiegati alla Lamborghini di Bologna. Novanta per cento anche alla Ast di Terni e all’Almaviva di Roma, alla Marelli di Napoli adesione al 95 per cento.

Insomma, a sentire Cgil e Uil il Paese si sarebbe di fatto fermato. Una narrazione che, però, contrasta non solo con la percezione avuta dagli italiani, che non hanno registrato tantissimi disagi, ma anche con i numeri diffusi da Confindustria, che secondo le prime stime ha parlato di una percentuale di adesione "ben sotto il 5%". 

Come si spiega una simile discrepanza? Una domanda che va girata tanto ai sindacati che a viale dell'Astronomia. Chi avrà ragione?

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