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"Chi è il vero king maker del Quirinale". Il retroscena di Sorgi, tutto sulla pelle di Berlusconi

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Non succede, ma se succede... Pare questo l'adagio che sottosta alle grandi manovre per l'elezione del presidente della Repubblica che stanno entrando nel vivo. Parliamo della candidatura del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi e la partita che aspetta il centrodestra sul Colle. Giovedì 16 dicembre a L'aria che tira si parla anche di questo con l'editorialista de La Stampa Marcello Sorgi che prova a prevedere le mosse dei partiti all'ombra del Quirinale. 

 

Mentre il segretario del Pd Enrico Letta parla di un "king marker collettivo" per scegliere un nome da eleggere capo dello Stato che non scontenti nessuno (soprattutto il centrosinistra...), resiste eccome l'ipotesi che porta al Cav. "Berlusconi serve", argomenta l'ex direttore del Tg1, se viene eletto presidente della Repubblica saremo di fronte a "una novità assoluta, non so cosa succederà" ma sarà comunque qualcosa di inedito. 

 

Ma se Silvio non dovesse farcela, la sua candidatura "servirebbe ad affermare che il prossimo presidente dovrà essere di centrodestra, cosa che ancora non è pacifica, anche se in passato abbiamo avuto presidenti di qualsiasi cultura politica. Ai tempi della Democrazia cristiano ci sono stati dei presidenti molto conservatori" come Antonio Segni e Giovanni Leone, dice Sorgi per il quale non è fuori dal mondo ipotizzare un capo dello Stato non di centrosinistra. 

 

Insomma, un presidente di centrodestra che non è il Cavaliere ma grazie a lui. Un'operazione "sulla pelle di Berlusconi, se lui non riesce a farsi eleggere", riassume Sorgi che fa il nome del vero "king marker" del Quirinale: "Non è collettivo. In questo momento è Matteo Salvini. Non riescono a fermarlo...".

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