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Chi governa fino all'estate, lo scenario clamoroso con Draghi al Quirinale. "Un martirio" peones pronti all'imboscata

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In Italia vale sempre la massima di Giuseppe Prezzolini, ovvero che non c’è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla di più provvisorio del definitivo. E così nelle grandi manovre per il Quirinale si fa strada l'ipotesi a sorpresa, quella che porta a Palazzo Chigi il senatore più anziano almeno fino all'estate. Altro che governo di scopo. Ma lo scenario si apre solo in un caso, ovvero se Mario Draghi diventa presidente della Repubblica.

 

Ma anche qui, non è tutto liscio come l'olio. Innanzitutto per SuperMario l'elezione al Colle deve essere un "nuona la prima": o riesce al primo scrutinio e a larga maggioranza oppure rischia il "martirio" politico, osserva il Giornale in un retroscena. Tanto che l'attuale premier potrebbe scendere nell'agone quirinalizio in un secondo tempo, a votazioni giù aperte, dopo che magari qualche nome pesante come quello di Silvio Berlusconi è già stato respinto dall'assemblea. 

 

Nel caso schivasse peones e franchi tiratori, dunque, che non vogliono le elezioni anticipate, Draghi potrebbe salire al Quirinale prima del 3 febbraio, data di scadenza del settennato di Mattarella. L'iter istituzionale a quel punto prevede che la presidenza del Consiglio transitoria vada al ministro più anziano secondo l'età, in questo caso Renato Brunetta di Forza Italia, premier per il disbrigo degli affari correnti.

E Draghi? A quel punto deve cercare di dar vita a un governo e lì cominciano i guai. "Delle due, l'una. O pesca il nuovo inquilino di Palazzo Chigi tra i suoi ministri, ma allora avrebbe ragione Giorgetti nel dire che avremmo di fatto un semipresidenzialismo alla francese. Difatti Draghi darebbe il la a un governo di sua fiducia che guiderebbe dall'alto del Quirinale. E i partiti non la prenderebbero bene. O Sua Maestà la Partitocrazia gli darebbe un nome per la presidenza, e la cosa è altamente improbabile. Perché le forze politiche, ridotte all'estremo, sul nominativo si dividerebbero e manderebbero tutto all'aria", si legge nel retroscena.

 

L'esito possibile è quello pronosticato da Prezzolini. L'ipotesi più probabile è il voto anticipato in primavera, tra maggio e giugno non con un governo nuovo di zecca al solo scopo di gestire le elezioni, ma si andrebbe invece "con il governo guidato da Brunetta, che durerebbe in carica fino a giugno o a luglio".

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