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Draghi rivendica i successi contro il Covid: "95 decessi al giorno, avremmo potuto averne molti di più"

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Il premier Mario Draghi rivendica il lavoro fatto nel contrasto all'emergenza coronavirus. Lo ha fatto in occasione della comunicazione alla Camera in vista del Consiglio europeo. "Negli ultimi sette giorni - ha detto - ci sono stati in media 95 decessi al giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629. Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri", ha detto Draghi. Questo miglioramento "è dovuto soprattutto alla campagna di vaccinazione. Nell’arco di un anno in Italia abbiamo vaccinato con due dosi quasi 46 milioni di persone - e oltre 300 milioni in tutta l’Unione europea". E ancora: "I dati di oggi descrivono però un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso. Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è 297mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860".

 

 

 

 

Draghi è intervenuto anche in merito all'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che ha disposto il tampone per tutti coloro che arrivando dagli altri Paesi Ue entrano in Italia, a prescindere se siano vaccinati o meno. E una mini-quarantena per i non vaccinati. Un provvedimento che ha fatto infuriare l'Unione europea che chiede reciprocità nei provvedimenti, anche perché l'ordinanza di Speranza può essere vista come una scarsa fiducia nello strumento delle vaccinazioni. "L’ordinanza del ministro Speranza di cui mi ha informato è dovuta al fatto che abbiamo la variante Omicron che ha una capacità di diffusione nettamente superiore- ha spiegato Draghi - Noi abbiamo una situazione relativamente favorevole, i casi di Omicron sono meno dello 0,2%,in altri paesi Ue è molto diffusa. Si è pensato quindi di attuare la stessa pratica che si usa per i visitatori dal Regno Unito, un tampone e non credo ci sia molto da riflettere su questo".  E, dopo aver ringraziato il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all'emergenza, ha concluso: "Dobbia difendere la normalità con le unghie e con i denti".

 

 

 

 

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