alta tensione
Tra Draghi e l'Europa è scontro sui viaggi: "Con Omicron non si scherza, tamp0ni obbligatori"
Mario Draghi e la Commissione europea litigano sulle restrizioni per i viaggi in Italia, che ora prevedono quarantena e tampone obbligatorio per chi arriva, in contrasto con la libera circolazione ripartita nell'area Schengen.
«L’arrivo dell’inverno e della variante Omicron, dalle prime indagini molto più contagiosa di quelle finora prevalenti, ci impongono la massima attenzione nella gestione della pandemia». Così il premier, intervenendo alle Camere in vista della riunione del Consiglio europeo di domani. Draghi ha indirettamente replicato ai dubbi dell’Ue sull’introduzione - tramite l’ordinanza emanata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza - di nuove restrizioni per chi entra in Italia: «C’è Omicron che ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti, da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri Paesi la variante è molto diffusa, ad esempio in Danimarca, in Regno Unito diffusissima, per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito, non credo ci sia molto da riflettere su questo».
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Dopo l’intervento, l’aula di Montecitorio ha approvato la risoluzione di maggioranza con 376 voti a favore, 10 contrari e 33 astenuti (tra le fila dell’opposizione, i deputati di Fdi si sono astenuti mentre quelli di L’Alternativa c’è hanno votato contro). «I contagi sono in aumento in tutta Europa», in Italia «l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma comunque in crescita. Il governo ha deciso di rinnovare lo stato di emergenza fino al 31 al marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito tutti i cittadini a mantenere la massima cautela e a continuare a rispettare le regole che ci siamo dati» ha spiegato Draghi, sottolineando che «dobbiamo essere prudenti ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri. Questo miglioramento è dovuto soprattutto alla campagna di vaccinazione».
Poi il premier rivolge un appello ai non vaccinati e a chi deve fare la terza dose: «Voglio incoraggiare ancora una volta chi non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile». «Come dimostra uno studio dell’Iss - aggiunge - i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose e quasi 17 volte maggiore rispetto a chi ha fatto la terza. Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità ed è essenziale per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità come siamo riusciti a fare fino ad ora».
L’insorgenza della variante Omicron, mette in luce inoltre Draghi, dimostra «che non saremmo davvero protetti fino a che i vaccini non avranno raggiunto tutti. I governi dei Paesi più ricchi e le case farmaceutiche hanno preso impegni significativi per la distribuzione di vaccini gratis o a basso costo negli stati più poveri. Dobbiamo però dar seguito a queste promesse con maggiore determinazione».
C’è poi il tema dell’aumento del costo dell’energia, spiega il presidente del Consiglio, «legato soprattutto a cause congiunturali come la ripresa dell’economia globale e le strozzature negli approvvigionamenti. Questi fattori transitori dovrebbero essere almeno in parte superati nel corso del ’22 con la normalizzazione dei consumi e il superamento dei colli di bottiglia».
«Tuttavia - aggiunge - questo aumento riflette anche elementi strutturali della transizione energetica: l’espansione delle rinnovabili è ancora incompleta anche a causa dell’esitazione dei governi di molti Paesi. Al tempo stesso per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni a livello globale utilizziamo meno fonti fossili come il carbone e il risultato è una dipendenza dai combustibili di transizione come il gas, con rischi di aumento dei prezzi».