Mario Draghi, il piano segreto per il Quirinale. Così incastra i partiti sullo stato d'emergenza: retroscena esplosivo
Senza lo stato d'emergenza strada spianata per il Quirinale. La proroga o meno della normativa speciale per contrastare la pandemia non è un punto tecnico ma politico e ha a che fare con le mire del premier Mario Draghi, a quanto pare sempre più intenzionato a diventare presidente della Repubblica. Sempre che i partiti lo votino (come è probabile).
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Nelle ultime settimane il presidente del Consiglio ha smesso i panni del decisionista e ha trattato con i partiti per più provvedimenti, dal caso tasse-aumenti delle bollette, fino a pensioni e superbonus. Perché ha in testa un obiettivo: scalare il Colle e lasciare Palazzo Chigi, si legge in un retroscena del Giornale. La pistola fumante è proprio quella della decisione sulla proroga dello stato d'emergenza dopo il 31 dicembre 2021.
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"Il ragionamento di Draghi è semplice: sa bene che i partiti, Lega in primis, sono contrari a una nuova proroga. E dunque la decisione sullo stop allo stato di emergenza, che libererebbe il premier per l'elezione del presidente della Repubblica, sarà affidata ai leader politici" si legge nel retroscena. Insomma, senza emergenza il premier è libero di impegnarsi per la corsa al Quirinale. Delegando la scelta non ai tecnici o alla scienza, ma ai partiti e ai capidelegazione delle forze politiche, che allora non potrebbero dire niente. Se invece dovesse vincere la linea della proroga, Draghi avrebbe non pochi problemi a lasciare Palazzo Chigi in piena emergenza.
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In sintesi, il bivio della maggioranza e del premier è tra una mini-proroga dello stato d'emergenza fino ad aprile con una legge di scopo per allungare il periodo massimo di 24 mesi. Oppure, sempre con un atto legislativo, l'ipotesi che fa il gioco di Draghi presidente, con uno stop all'emergenza dal primo gennaio 2022 e i poteri del commissario, il generale Figliuolo, trasferiti alla Protezione Civile.