retroscena

Capogruppo alla Camera, perché Crippa è la debacle di Conte

Arnaldo Magro

Quando qualcosa sta andando male, stai ben sicuro, che potrebbe pure andare peggio. Così Giuseppe Conte, deve certificare la sua ennesima e personale debacle strategica. Davide Crippa, l’ingegnere di Novara, viene rieletto per la terza volta, capogruppo alla Camera. Con tanti saluti ad Azzolina e Bonafede, che nel mentre si erano preventivamente defilati.

Nonostante i complimenti di facciata, i due, Conte e Crippa, proprio non si prendono. Anzi. Vi ha provato sul serio a sostituirlo l’ex premier ma alla fine, dopo la batosta in Senato, ha preferito lasciar perdere. La batosta è tale perché Crippa, non solo è vicino a Di Maio e Grillo ma perché i suoi 131 voti presi, sono una prova di forza ineluttabile, di un gruppo compatto. Metaforicamente parlando, uno schiaffo violento al nuovo capo. Sarà lui, l’onorevole Crippa, a guidare la ciurma pentastellata durante l’elezione del Capo dello Stato. Lui soprattutto, a trattare con gli altri suoi omologhi Presidenti. A quel punto tutto può accadere.

  

I timori di Conte sono quelli di restare all’oscuro nel momento più importante per il Movimento e della legislatura. «Davvero pensate che l’indicazione del movimento, sul candidato al Colle, non venga fatta da Beppe Grillo?», dice un senatore del Nord Italia. Dopo le ultime uscite infelici, all’avvocato pugliese, servirebbero davvero un paio di consigli ben assestati ora. Almeno in ambito comunicativo. Il problema, è che non sa veramente più di chi fidarsi. Vede solo volti sorridenti in un momento drammatico. Attorno a sé, il consenso sembra dilapidarsi sempre più rapidamente. Ancor più velocemente, di quei risparmi maldestramente menzionati.