lo sciopero resta
Maurizio Landini prova a ricucire lo strappo con Mario Draghi: riforma fiscale sbagliata, ma è colpa dei partiti
Da Palazzo Chigi in molti descrivono Mario Draghi profondamente irritato per lo sciopero generale indetto dai sindacati per il prossimo 16 dicembre. Ma Maurizio Landini, segretario della Cgil, prova a gettare acqua sul fuoco per spegnere l’incendio parlando in un’intervista a Repubblica, nella quale addossa ogni responsabilità ai partiti che sostengono il premier: “Il presidente Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l'idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza. Questo è un problema molto serio. In questo Paese la maggioranza che sostiene il governo non sa cosa vuole dire vivere con 20, massimo 30 mila euro all'anno".
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"La riforma fiscale del governo - ha sottolineato Landini - è profondamente sbagliata perché anziché ridurre le aliquote andava allargata la base imponibile dell'Irpef e accentuata la progressività del sistema. Abbiamo preso atto che la maggioranza non intendeva cambiare l'accordo fatto sul fisco e che aveva respinto anche la proposta del presidente del Consiglio. Dunque, ricorriamo allo sciopero perché si sono chiusi gli spazi di confronto e il sindacato deve fare tutto il possibile per portare a casa risultati a favore di chi rappresenta. Scioperiamo perché quella del governo è una manovra socialmente ingiusta e vogliamo cambiarla. Ignora la condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e il punto di vista di chi li rappresenta”.
Il segretario della Cgil spiega che "il governo da mesi ha ricevuto le nostre richieste unitarie su fisco, pensioni, politiche industriali e lotta alla precarietà. Le risposte non sono adeguate. Abbiamo deciso di proclamare lo sciopero generale perché la legge di Bilancio in discussione in Parlamento non produce quella giustizia sociale di cui il Paese ha bisogno”. In merito alle detrazioni fiscali, Landini evidenzia ancora una volta che "il governo ci ha detto che saranno interventi limitati perché qualcuno altrimenti potrebbe perderci. Noi, al contrario, avevamo proposto un intervento sulle detrazioni e non sulle aliquote per far crescere i redditi a partire da quelli più bassi". “Scioperiamo - conclude Landini - per la riforma delle pensioni, per superare la precarietà del lavoro, per nuove politiche industriali, e per una migliore scuola pubblica".