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Il tradimento di Maurizio Landini a Mario Draghi: a Otto e mezzo il retroscena di Antonio Padellaro sul nervosismo

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Il governo Draghi è arrivato allo scontro con i sindacati, con Cgil e Uil che hanno indetto uno sciopero generale per il 16 dicembre. Sarà un Natale difficile per il premier? È questa la domanda che Lilli Gruber, conduttrice di Otto e Mezzo su La7, rivolge ad Antonio Padellaro, giornalista e fondatore de Il Fatto Quotidiano: “Draghi si è innervosito perché con Maurizio Landini soprattutto si era creata una specie di intesa sul fatto che al Paese si doveva assicurare una coesione nazionale. Ai guasti provocati dalla pandemia, alla crisi sociale ed economica Landini e Draghi si erano trovati d’accordo su questo tema di fondo. Non dimentichiamo l’abbraccio di Draghi a Landini dopo l’assalto dei fascisti alla Cgil. Draghi in questo momento non capisce, visto che ritiene di aver fatto tutto quello che era possibile fare sulle aliquote e sull’irpef, si sente un po’ tradito, ma capisce anche che Landini non parla a titolo personale, rappresenta milioni di persone e sentono la pressione di tutte queste persone che hanno problemi, loro devono risponderne, non sono dei battitori liberi. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando si sta dando da fare affinché - conclude Padellaro - lo sciopero non avvenga. Lo scopo comune è quello di tenere il Paese insieme”.

 

"L'offerta di Enrico Letta - analizza Padellaro sul tema Giuseppe Conte - è stata sbagliata, nonostante fosse in buona offerta e collaborativa. Se Conte avesse accettato avremmo trovato un ex presidente del Consiglio che si fa eleggere come un membro della casta, quando il Movimento 5 Stelle è da sempre contro la casta. Nel momento in cui deve girare l'Italia per rimettere insieme i cocci del M5S diventerebbe un assenteista. Carlo Calenda e Matteo Renzi non sono stati furbi mettendosi di traverso, gli hanno fatto un grande favore. Nel loro interesse lo dovevano lasciare andare avanti. Ecco perché Renzi non decide tutto, perché non è furbo".

 

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