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“Siamo diventati un'Equitalia a 5 Stelle”. Scissione imminente nel Movimento, rivolta contro Giuseppe Conte

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Giuseppe Conte deve far fronte ai pesanti malumori interni al Movimento 5 Stelle e la scissione è sempre più vicina. Circa venti deputati e almeno 4-5 senatori sono pronti a dire addio al partito fondato da Beppe Grillo proprio a poche settimane dalla fondamentale partita del Quirinale. La minaccia, riferisce Repubblica, è già stata consegnata al leader grillino e nasce a causa della mail inviata da Claudio Cominardi, tesoriere pentastellato, in cui si chiede a decine di parlamentari di mettersi in regola con i versamenti dovuti. 

 

 

“Siamo diventati un'Equitalia a 5 Stelle”, la battuta sarcastica di un senatore. I membri dei cinquestelle non in regola hanno ricevuto un pesante invito a mettersi in regola tramite una mail inviata alle 7 di mattina. In allegato era presente anche una cartella esattoriale, definita come più che dettagliata. “Mancherebbe all'appello almeno un milione di euro, nei casi più virtuosi ci sono esponenti indietro di 4-5 mila euro ciascuno, mentre tra i recordman si superano anche i 60 mila” l’ammanco evidenziato dal quotidiano. 

 

 

“Pagare? E perché mai? Pretendiamo di vedere nel dettaglio dove e come vengono impiegati tutti i nostri contributi. Invece i punti d'ombra sono troppi” le minacce di un parlamentare che fa parte della fronta anti-Conte. E nel Movimento, per andare contro all’ex presidente del Consiglio, si parla insistentemente dei più di 10 mila euro di affitto pagati per la sede nei pressi Montecitorio. Soldi che a molti sembrano buttati visto che è completamente vuota nonostante i pagamenti siano iniziati da tempo. Aver richiamato i membri del Movimento 5 Stelle non è stata una mossa azzeccata in vista delle elezioni per il Colle. “Al prossimo giro, con 345 posti in meno, e sperando di mantenere almeno il 15% dei consensi rientrerà in Parlamento al massimo un parlamentare sui 3 attuali” l’analisi uno dei senatori più esperti, che non si sorprende del fatto che molti dei ribelli siano deputati al secondo mandato, quindi con possibilità limitate di essere rieletti.

Daniele Del Grosso, Gianluca Vacca, il presidente della commissione Agricoltura Filippo Gallinella, Vita Martinciglio, Giuseppe D'Ippolito, Roberto Rossini, Emanuele Scagliusi sono i nomi fatti da Repubblica sui più agguerriti alla Camera. Cristiano Anastasi è invece tra i peggiori nemici di Conte al Senato.

 

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