la difesa dei diritti
Manette per chi picchia le donne. Mario Draghi inasprisce le sanzioni per chi commette violenze
Via libera in Consiglio dei ministri al disegno di legge che introduce disposizioni per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica. Il testo, composto da 11 articoli, pone particolare attenzione ai casi in cui tale fenomeno si manifesta in contesti familiari o nell'ambito di relazioni di convivenza, alla particolare vulnerabilità delle vittime, e agli specifici rischi di reiterazione e multilesività. Il provvedimento estende l'applicabilità dell'ammonimento del Questore per violenza domestica ad ulteriori condotte che possono assumere valenza sintomatica rispetto a situazioni di pericolo per l'integrità psico-fisica delle persone, nel contesto delle relazioni familiari ed affettive. Inoltre si stabilisce che le pene dei reati suscettibili di ammonimento sono aumentate quando il fatto è commesso da soggetto già ammonito e si procede d'ufficio per taluni reati qualora commessi da soggetto già ammonito. Prevista poi la revoca della misura cautelare e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere in caso di manomissione dei mezzi elettronici, come il braccialetto.
Il disegno di legge stabilisce anche che, nel disporre la misura coercitiva dell'allontanamento dalla casa familiare con le modalità di controllo mediante mezzi elettronici, il giudice preveda l'applicazione, anche congiunta, di una misura più grave qualora l'imputato neghi il consenso all'adozione delle modalità di controllo elettroniche, come il braccialetto. Stessa misura si prevede nel caso di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa stabilendo che le modalità di controllo con mezzi elettronici possono essere disposte anche al di fuori dei limiti di pena. Il disegno di legge estende anche l'applicabilità, da parte dell'Autorità giudiziaria, delle misure di prevenzione personali ai soggetti indiziati di alcuni gravi reati commessi nell'ambito dei fenomeni della violenza di genere e della violenza domestica (violenza sessuale, omicidio, deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso) e ai soggetti che, già ammoniti dal Questore, risultino indiziati dei delitti di percosse, lesioni, violenza privata, minacce aggravate, violazione di domicilio e danneggiamento, commessi nell'ambito di violenza domestica. Introdotta anche un'ulteriore ipotesi di fermo disposto dal pubblico ministero, con decreto motivato, nei confronti della persona gravemente indiziata di maltrattamenti contro i familiari, lesioni personali e stalking. Il testo prevede inoltre che i provvedimenti di scarcerazione e di cessazione della misura di sicurezza detentiva «emessi nei confronti dell'imputato in stato di custodia cautelare o del condannato o dell'internato» devono essere immediatamente comunicati alla persona offesa.
Il provvedimento stabilisce che la vittima o, in caso di morte, gli aventi diritto, possono chiedere una provvisionale da imputarsi nella liquidazione definitiva dell'indennizzo. Infine, l'organo di polizia che procede a seguito di denuncia o querela per fatti riconducibili ad alcuni reati commessi in ambito di violenza domestica, qualora dai primi accertamenti emergano concreti e rilevanti elementi di pericolo di reiterazione della condotta, ne dà comunicazione al prefetto che può adottare misure di vigilanza dinamica, da sottoporre a revisione trimestrale, a tutela della persona offesa. Dopo il via libera in Cdm le ministre del governo hanno illustrato il ddl in una conferenza congiunta cui ha assistito, seduto in prima fila, anche il premier Mario Draghi. «Questo ddl segna in evidente un impegno del governo in una azione che non dia nessun alibi alla coscienza pubblica nel tollerare questo fenomeno aberrante della violenza maschile contro le donne - ha sottolineato il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti Tutte le donne vittime di violenza devono sapere che non sono sole, che ci sono le istituzioni pronte ad accogliere la loro richiesta di aiuto».
«La necessità - ha aggiunto Mariastella Gelmini - è far emergere i molti casi di violenza che oggi ancora non vengono denunciati. Ci sono state 109 vittime solo nei primi 11 mesi dell'anno, ma la percentuale di casi denunciati è solo del 15-16%. Questo significa che nella stragrande maggioranza delle ipotesi le violenze non vengono allo scoperto. Ed è anche la ragione per cui una buona legge come il Codice Rosso in realtà rimanga almeno in parte inattuato proprio perché non ci sono sufficienti denunce per mettere in campo e rendere operative le misure contenute all'interno del Codice». Soddisfazione anche da parte del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Bene le nuove misure - dice - in particolare voglio esprimere soddisfazione per l'inserimento della proposta che ha visto l'impegno della deputata M5S Stefania Ascari e che prevede un sostegno economico immediato alle vittime di violenza e ai loro familiari, nei casi in cui versino in stato di necessità».