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Roma, Roberto Gualtieri alza la testa e si ribella al Pd: “Il sindaco sono io, non Goffredo Bettini”

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Duello tra Roberto Gualtieri e Goffredo Bettini sul potere a Roma. La scorsa settimana è andata in scena una riunione dei massimi livelli del Partito Democratico, chiamati a scegliere i membri dello staff del sindaco e dei vari assessori. Come racconta Il Foglio sono presenti per le complicate nomine Dario Franceschini, ministro della Cultura, Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, Miguel Gotor, assessore alla cultura, Claudio Mancini, deputato del Pd, Salvo Nastasi, potentissimo segretario generale del ministero della Cultura, Andrea Cocco, vicecapo di gabinetto di Zingaretti, Albino Ruberti, ex Regione Lazio e ora capo di gabinetto del sindaco, oltre a qualche tecnico.

 

 

Il motivo dell’incandescenza del primo cittadino e la nomina per l’auditorium. “Ecco per l’auditorium c'è il nome segnalato da Goffredo” le parole di Ruberti, che ricorda a tutti il candidato scelto da Bettini. La risposta di Gualtieri è secca e netta: “Decido io, non lui. Il sindaco sono io”. Tutti quanti restano stupiti e sgranano gli occhi per l’uscita del sindaco e prontamente riportano tutto a Bettini, che si trasforma in una furia per quello che percepisce come un tradimento: “È un sindaco che ho fatto eleggere io. Stia attento Gualtieri, come ho fatto cadere Ignazio Marino, dando il mio via libera, posso fare altrettanto con lui”. La minaccia è servita, vani i tentativi di calmarlo.

 

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