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Scontro in cdm, salta il contributo dei ricchi. 300 milioni per le bollette

Nadia Pietrafitta
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I partiti si dividono sugli 8 miliardi da destinare alla riduzione delle tasse e su un possibile contributo di solidarietà per i più ricchi. Mario Draghi, dopo aver incontrato i leader sindacali, ha convocato ieri mattina la cabina di regia. L'impianto messo a punto dai partiti non cambia: 7 miliardi restano destinati alla riforma dell'Irpef, 1 alla riduzione dell'Irap per gli autonomi. Scaglioni, importi e detrazioni restano invariati. Sul tavolo, però, ci sono le richieste arrivate da Cgil, Cisl e Uil, che premono per una maggiore decontribuzione per le fasce più deboli e per escludere dalla riforma dell'Irpef - e dai vantaggi che ne derivano - i redditi superiori ai 75mila euro. Il premier e i partiti trovano presto una quadra per intervenire a favore dei contribuenti più in difficoltà: 1,5 miliardi risparmiati dal «tesoretto» che deriva dal meccanismo saldo-acconto Irpef-Irap nel 2022 verranno destinati al taglio ai contributi Inps i per lavoratori sotto i 35mila euro. È sulla «sforbiciata ai ricchi», invece, che la maggioranza si divide.

 

 

Draghi propone un contributo di solidarietà straordinario da far pagare a chi guadagna più di 75 mila euro. La misura consentirebbe di racimolare 248 milioni, pari allo 0,2% del reddito che risparmierebbero con la nuova Irpef. Lega, FI e Iv, però, si schierano subito contro. A favore M5S, Pd e Leu. Anche il titolare del Mef, Daniele Franco, viene descritto come «molto scettico». «Si tratterebbe di andare a penalizzare chi lavora, si impegna e guadagna 3mila euro al mese, per cosa poi? Dovrebbero restituire 20 euro al mese», tuonano i renziani, contrari anche nel metodo alla «dittatura dei sindacati, quando invece la politica ha trovato un punto di caduta». «Se si tratta di una nuova patrimoniale non siamo a favore», taglia corto Antonio Tajani. «La proposta di sterilizzare per il 2022 ed 2023 gli effetti della riduzione della pressione fiscale sui redditi al di sopra dei 75 mila euro, è una proposta giusta - apprezzano invece i Dem -. Tuttavia per ridurre i costi delle bollette elettriche per famiglie ed imprese servono molte più risorse dei 250 milioni di cui si parla». In Consiglio dei ministri il governo approva in fretta il disegno di legge di contrasto alla violenza contro le donne, ma poi continua a discutere sul contributo di solidarietà. Pd, Leu e M5S sostengono «responsabilmente» la proposta, Draghi è in contatto costante con Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri, ma la discussione è accesa e il no di Lega, FI e Iv resta. La riunione viene sospesa. Il premier e Franco cercano una soluzione alternativa che non spacchi la maggioranza e «racimolano» 300 milioni aggiuntivi, derivanti da risparmi di spesa del bilancio dello Stato e da fondi vari non utilizzati del tutto. A questi vanno aggiunti i 500 milioni che provengono dal «tesoretto» Irpef-Irap: 800 milioni in tutto da destinare al caro bollette.

 

 

L'emendamento non viene messe ai voti né sottoposto a un ok informale, ma l'informativa del titolare del Mef basta per segnare la rotta. «Soddisfazione della Lega per altri 300 milioni che il governo ha deciso di recuperare da risparmi di spesa, senza toccare patrimoni, risparmi e lavoro - esultano dal Carroccio - e che serviranno a calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas. In Parlamento la Lega chiederà di fare ancora di più, recuperando risorse dagli sprechi del Reddito di Cittadinanza». Intanto Andrea Orlando propone al Governo la convocazione del tavolo sulle pensioni. Il confronto, che dovrebbe svolgersi sotto la regia di palazzo Chigi dovrebbe iniziare tra due settimane. L'accordo trovato, comunque, non soddisfa la Cgil. «Non ci sono risposte», è la linea che emerge dal direttivo del sindacato di corso d'Italia, che intende continuare la mobilitazione già in atto e a mettere in campo «iniziative di protesta unitarie».

 

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