rebus quirinale
Brunetta premier, Casellati al Quirinale! Spunta lo scenario "tecnico": rebus Draghi al Colle
La "mossa del cavallo" che porterebbe Mario Draghi dalla poltrona di presidente del Consiglio a quella di presidente della Repubblica manda in tilt i tecnici istituzionali che davanti all'ipotesi si trovano davanti a un rebus, un cortocircuito tra Palazzo Chigi e Quirinale che porterebbe a soluzioni, seppur transitorie, davvero senza precedenti nella storia d'Italia.
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La situazione è inedita, un premier che deve dimettersi nelle mani del Capo dello Stato a cui deve succedere e deve anche gestire la partita del suo successore alla guida del governo. Nelle ultime settimane gli uffici istituzionali hanno cominciato una serie di vertici per capire come muoversi, riporta Repubblica che dà conto delle ipotesi uscite fuori dai primi confronti informali.
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Tre, in particolare, i nodi da scioglier. "Il primo: fino a oggi il presidente del Consiglio dimissionario è sempre rimasto in carica in attesa del giuramento del successore, stavolta le dimissioni di un premier eletto Capo dello Stato diventerebbero immediatamente esecutive? Se così è - e così sembra essere - sarebbe allora il ministro più anziano a succedere immediatamente al premier dimissionario? E soprattutto: chi gestirebbe le consultazioni per il nuovo esecutivo?" sono le domande sul tavolo dei tecnici di Camera dei deputati, Quirinale e Palazzo Chigi.
Le risposte, ancora al vaglio degli uffici, partono dall'iter possibile dopo l'elezione di Draghi presidente della Repubblica da parte del Parlamento. "L'ex banchiere si reca al Quirinale per formalizzare dimissioni immediate. La sua elezione al Colle, infatti, dovrebbe essere considerata tra i casi di 'impedimento temporaneo' di un premier, previsto dall'articolo 8 della legge 400 del 1988. Se così fosse, dovrebbe subentrare il ministro più anziano. Si tratta di Renato Brunetta, che guiderebbe il governo come fosse un 'reggente'". E fin qui, tutto come previsto.
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Ma poi saremmo nell'ambito dell'inesplorato. Chi guiderà le consultazioni per il presidente del Consiglio a cui dare il mandato di formare il nuovo governo, Mattarella o Draghi? Secondo il primo scenario Draghi, sempre che Brunetta sia stato già nominato "reggente" e abbia già prestato giuramento.
"Se inoltre l'elezione di Draghi avvenisse prima del 3 febbraio 2022 - data di scadenza del settennato di Mattarella - occorrerebbero le dimissioni del Presidente per accelerare l'insediamento del nuovo Capo dello Stato. Dimissioni a cui seguirebbe la convocazione delle Camere e il giuramento in Aula. Anche facendo molto in fretta, ci sarebbe probabilmente la necessità di una seconda 'reggenza', quella al Colle. Magari anche solo di poche ore, affidata alla presidente del Senato Casellati", si legge su Repubblica.
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Se invece l'elezione di Draghi al Colle dovesse avvenire dopo il 3 febbraio Mattarella resterebbe in carica anche oltre la scadenza, fino al giuramento del suo successore. Scenario che eviterebbe le dimissioni anticipate e la seconda reggenza della Casellati.