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Controcorrente, Clemente Mastella: "Chi sarà decisivo per il Quirinale". Così svela l'incubo per il Pd

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Chi può sostituire Sergio Mattarella al Quirinale? E se l'unico è Mario Draghi, chi si mette a Palazzo Chigi? Si andrà a elezioni anticipate? Le grandi manovre sull'elezione del presidente della Repubblica sono al centro della puntata di sabato 4 dicembre di Controcorrente, il programma condotto da Veronica Gentili su Rete4. 

 

Per Augusto Minzolini l'ipotesi Mattarella bis, accompagnata dallo strano schema composto da una legge costituzione che impedisce la rielezione del capo dello Stato e contemporaneamente la conferma dell'attuale presidente, "mi sembra irrazionale e rispecchia l'incapacità del Pd di trovare una candidatura che sia competitiva". 

 

Draghi sembra intenzionato a percorrere la via per il Colle anche se sbaglia, sostiene il direttore de Il Giornale, "non sarebbe l'ipotesi migliore del Paese. L'agenzia Fitch ci dà in ripresa ma siamo ancora indietro rispetto al 2019. Il lavoro è tutto da fare e cambiare premier mi sembra un errore". La classe dirigente italiana non gode di grande credito, "ma credo che ci siano tanti presidenti possibili, basta con la frustrazione collettiva" dice Minzolini. 

In studio anche Clemente Mastella, sindaco di Benevento e veterano della politica che ha dato vita al nuovo partito Noi di Centro. "Il centro può essere l'ago della bilancia" per l'elezione del presidente "insieme al gruppone dei peones". 

 

Il fatto è che "c'è un'idea fissa, una stella polare, molti non vogliono andare al voto anticipato" e l'esigenza di sopravvivere potrebbe essere determinante. "Il centrosinistra non ha la maggioranza per eleggere un presidente alla quarta votazione, come avvenuto con Giorgio Napolitano e con altri" eletti "dopo aver fatto le fusa al centrodestra" ma poi il centrosinistar sceglieva "un suo candidato a maggioranza".  

Poi c'è l'ipotesi Draghi. "Gli dicono rimani" a Palazzo Chigi, "ma se deve scegliere tra sette anni al Quirinale e un anno al governo..." chiosa Mastella. "Ma gli altri non vogliono che vada, ognuno pensa in proprio. Berlusconi, Gentiloni, Casini...". 

 

"Ma il primo a non voler parlare di candidature è Berlusconi - dice Anna Maria Bernini  di Forza Italia - Non abbiamo detto no a Draghi al Quirinale, ma non so se c'è qualcuno che ha la stessa autorevolezza e capacità di mediazione" per tenere insieme il governo

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