A Chieti il Comune più maschilista d'Italia: rivolta contro la donna nominata in Giunta, cade il sindaco
A Pennadomo, in provincia di Chieti, esplode l'orgoglio maschilista. Si sono impuntati i consiglieri comunali di maggioranza del comune di Pennadomo, circa 150 anime in provincia di Chieti: non vogliono che si applichi la legge riguardo alle quote rosa. Tutti contro il sindaco, quindi, Domenico D’Angelo, rieletto lo scorso 3 ottobre, con la lista «Uniti per Pennadomo».
Il primo cittadino, dopo lettere e pressioni politiche, aveva deciso di non nominare Rosalinda Di Salvo, suo ex vice, alla carica di assessore. Ma la Di Salvo, defenestrata, si è rivolta ad un legale di Lanciano (Ch), l’avvocato Diana Peschi, per far valere i propri diritti e le norme sulla Pari opportunità.
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’avvocato ha «invitato» il primo cittadino, a rivedere, in autotutela, il proprio provvedimento. Recita l’istanza inviata dall’avvocato Peschi: «Il presidente della Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità… informava il sindaco del Comune di Pennadomo… dell’obbligo da parte del sindaco, anche nei comuni al di sotto dei 3.000 abitanti ed anche in assenza di adeguamento dello Statuto comunale alla normativa vigente, di nominare la giunta nel rispetto delle norme riguardanti la parità di genere" evidenziando che il predetto obbligo è sancito in particolare negli articoli 6, comma 3 e 46, comma 2, del decreto legislativo numero 267/00 e nella legge numero 215/12, i quali recepiscono il principio di parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini sancito dall’articolo 51 della Costituzione, dall’articolo 1 del decreto legislativo dell’11 aprile 2006, numero 198 (Codice delle pari opportunità) e dall’articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. L’istanza si chiude con la richiesta di «annullamento o revoca dei provvedimenti illegittimamente adottati» e di «risarcimento di ogni danno prodotto al consigliere Di Salvo Rosalinda, unica donna del gruppo di maggioranza, nonché vice sindaco nella pregressa amministrazione».
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Il sindaco, a seguito dell’atto legale, anche per evitare un annunciato ricorso al Tar, il 17 novembre scorso ha nominato Di Salvo assessore. Ma la sua maggioranza ha continuato a sostenere, come si afferma per iscritto, che non è necessario rispettare le norme sulla parità di genere e che vanno rispettati gli accordi presi in campagna elettorale: così in cinque, più un consigliere di minoranza, oggi hanno rassegnato le dimissioni, facendo di fatto cadere l’amministrazione. «Ho applicato la legge - commenta il sindaco - e sono a posto con la coscienza».