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Mario Draghi si lamenta ancora con l’Unione Europea: siano coinvolti tutti sui migranti, boom di sbarchi

Non è la prima e non sarà l’ultima lamentela di Mario Draghi nei confronti degli altri governi dell’Unione Europea sulla questione migranti. Il presidente del Consiglio italiano è intervenuto in apertura della 7° Conferenza Rome Med-Mediterranean Dialogues: “Questo incontro è l’occasione per rafforzare la cooperazione regionale del nostro paese. Il Mediterraneo non è un mare o un’espressione geografica, ma è un insieme di legami sociali, economici e culturali, è un crocevia del mondo. Pensate a quanto accaduto lo scorso marzo, quando la nave portacontainer Ever Given ha ostruito il Canale di Suez. In sei giorni, il blocco ha fatto quasi raddoppiare le tariffe globali di spedizione per i prodotti petroliferi. La chiusura di un accesso da e per il Mediterraneo ha avuto conseguenze ovunque”. 

 

  

 

“Oppure - sottolinea Draghi - pensiamo ai flussi di migranti che arrivano sulle nostre coste, e che molto spesso hanno origine lontano dal mare. Da soli non possiamo controllare i movimenti migratori, che dall’inizio di quest’anno contano 63 mila arrivi, sei volte tanti rispetto al 2019. Serve un maggiore coinvolgimento di tutti i Paesi europei, anche nel Mediterraneo. L’Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, basata su un equilibrio effettivo tra responsabilità e solidarietà. Vogliamo agire congiuntamente per prevenire i flussi illegali. Proteggere i più deboli anche attraverso la promozione di corridoi umanitari dai Paesi più vulnerabili. Rafforzare i flussi legali, che sono una risorsa e non una minaccia per le nostre società”.

 

 

Il premier ha quindi osservato che la gestione delle migrazioni è strettamente collegata alla stabilità dei Paesi di transito e di origine: “L’Italia sostiene con convinzione il processo di transizione politica e pacificazione della Libia. La Conferenza di Parigi del 12 novembre scorso, co-presieduta da Italia, Francia, Germania, Libia e Nazioni Unite, ha riaffermato l’unità della Comunità internazionale attorno a questo obiettivo. E ha confermato che solo un processo a guida libica potrà portare a una soluzione piena e duratura della crisi nel Paese. Anche l’impegno europeo nelle Missioni IRINI e EUBAM Libya va nella giusta direzione. Siamo ormai vicini alle elezioni del 24 dicembre. Un appuntamento cruciale per i cittadini libici e per il futuro della democrazia nel Paese. Voglio rinnovare il mio appello a tutti gli attori politici perché le elezioni siano libere, eque, credibili e inclusive. Soltanto così - conclude Draghi - le istituzioni libiche risulteranno solide e legittimate democraticamente”.