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Il Pd si accorge in ritardo dei suoi odiatori. "Renziani da braccare", il tweet che fa scattare il cortocircuito

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Cortocircuito dell'odio nel Pd. Dopo che un parlamentare di centrodestra, Giorgio Silli, ha deferito un dirigente locale del Partito democratico alla commissione Segre contro l’odio, il Pd si accorge (appunto con otto giorni di ritardo...) della malefatta e minaccia ora punizioni al suo odiatore "interno".

 

"Ho segnalato un tweet di odio di un esponente PD alla commissione Segre. Alcune parole non possono passare inosservate; per questo motivo ho provveduto a segnalare alla commissione Segre un tweet, rilanciato molte volte, vergato da un esponente PD, in cui si istiga a braccare i renziani come i nazisti.  Non avere lo stesso pensiero politico è un conto, attaccare con odio ed arroganza un avversario è un altro. Non sono mai stato un amante del renzismo che fu ma questo non e’ assolutamente il modo giusto di fare politica. Difendere un avversario politico mi è costato non poco ma prima devono venire la civiltà ed il rispetto per le regole del gioco, poi la sana competizione" scrive Silli sui social.

 

Ma cosa aveva scritto tale Francesco Petrazzuolo, dem di Somma Vesuviana? “Renzi si fa finanziare da stati esteri ma dà la colpa a giornalismo e magistratura come faceva Silvio Berlusconi. Serve l'antirenzismo oggi come servì l'antiberlusconismo allora. Braccare i renziani come i nazisti alla fine della guerra. La democrazia è ancora forte”. Otto giorni dopo il tweet del Pd sul post "incompatibile coi nistri valori" e le minacce di provvedimenti. 

 

"Braccare Renzi dà l’idea di un’intelligenza contaminata dalla cattiveria. Per cui lo si considera un traditore che magari va passato per le armi. Si tratta di un linguaggio preoccupante, che mostra una deriva inusitata per chi fa politica ad una pur bella età. Dalla politica ci si attende magari senso della misura in tempi di nervi a fior di pelle: probabilmente Enrico Letta manca da quelle parti da un bel pezzo" aveva scritto sul sito de Il Tempo il vicedirettore Francesco Storace raccontando l'assurda uscita del dem campano. "Se questa è la classe dirigente di Letta, si vede che è degna seguace del leader".

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