La profezia di Calenda su governo e Quirinale. "Se lo mangiano vivo", così brucia il nome del Pd
Enrico Letta sbaglia "quando dice che non si discute del Quirinale due mesi prima. Certo, questo si fa quando non c’è la questione di un premier che può andare al Quirinale" Carlo Calenda entra così sulla partita del Colle che vedrà a marzo l'elezione del presidente della Repubblica.
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Intervenuto al festival de Il Foglio il leader di Azione ha commentato l'ipotesi di un SuperMario al Quirinale con il ministro dell'Economia che si trasferirebbe a Palazzo Chigi come premier. "Ma l’idea di sostituire Draghi con Daniele Franco non tiene mezza giornata, perché i partiti se lo mangiano a colazione e si va a votare a ottobre, quando abbiamo a luglio la scadenza della verifica del Pnrr sui soldi spesi, e una pandemia non definita" è l'analisi di Calenda.
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Il fatto, sostiene il consigliere comunale a Roma, è che "questo governo può andare avanti solo se i leader dei partiti chiedono a Draghi la cortesia di restare fino al 2023, dicendo ’diamoci un’agenda di riforme con un patto legislatura molto chiaro'". "Il problema dell’Italia è che nessuno amministra e implementa, e se l’unico capace di farlo lo mandiamo al Quirinale fra i corazzieri, l’idea che poi facciamo accadere le cose è totalmente utopica: non accadrà e ci troveremo in un gran casino" è la profezia nera di Calenda.
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La tesi di Franco - che qualche giorno fa, alla firma del Trattato del Quirinale, era stato visto a colloquio con Luigi Di Maio - era stata lanciata dall'eminenza grigia del Pd Goffredo Bettini: spingere Draghi al Colle e piazzare al suo posto il fidatissimo ministro del Tesoro mettendo in pratica quel "semi-presidenzialismo di fatto" invocato dal leghista Giancarlo Giorgetti...