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Ecco perché Conte punta al 2 per mille! Bomba ricorsi, gli ex rivogliono i soldi: si rischia il crac M5s
Mentre nel Movimento 5 stelle si lavora per accedere a quello che una volta era fumo negli occhi degli anti-casta, ovvero al finanziamento pubblico ai partiti aderendo al 2 per mille, per Giuseppe Conte si trova sulla testa la spada di Damocle dei rimborsi. E sarebbe proprio questa l'urgenza che ha spinto l'ex premier a percorre a testare il terreno per i contributi in dichiarazione dei redditi, andando incontro all'ira di Beppe Grillo che ha ribadito il suo no.
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Il nodo è quello delle "restituzione delle restituzioni" perché alcuni parlamentari espulsi, spiega Repubblica, si stanno organizzando per intentare un ricorso e richiedere indietro i soldi della parte di indennità parlamentare versata negli anni passati al Movimento, nell'ordine dei 2mila euro al mese per ogni deputato e senatore.
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"Ad oggi ci sono oltre 8 milioni di euro accumulati e che dovrebbero essere destinati ad associazioni come Emergency e piccole e medie imprese; ma, racconta uno dei parlamentari che ha già inviato una diffida ai vertici del M5S, 'si è trattato di elargizioni fatte senza forma scritta e per questo le donazioni di non modico valore possono essere cancellate, riavendo indietro quel che si è dato se la richiesta avviene entro cinque anni. Non lo dico io ma il codice civile'" spiega il quotidiano che rivela anche il cavillo che permetterebbe ai parlamentari di rimettersi in tasca quanto, a suo tempo, sbandierato come una rivoluzione della politica.
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I fuoriusciti, cacciati o andati via, sono 106 e "se ognuno di loro seguisse la scia del ricorso, il Movimento dovrebbe rispondere di centinaia di migliaia di euro, se non di più". Un bel guaio per Giuseppi, dunque, che ha anche un precedente: due consiglieri regionali in Liguria che poco più di un anno fa hanno avuto indietro circa 50mila euro.
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Oggi ogni parlamentare grillino deve versare 1.500 euro al mese per il fondo e altri mille per il Movimento. Il sito tirendiconto.it che era gestito da Davide Casaleggio oggi non funziona più, "ma si parla di circa una trentina di eletti indietro con i bonifici, anche di parecchi mesi" si legge su Repubblica. E se altri dovessero lasciare la barca grillina, che naviga in acque mai così tempestose, per i conti M5s potrebbe mettersi davvero male.