riecco bandiera rossa
Con Gualtieri torna l'illegalità e la sinistra rioccupa Roma
Bandiera rossa non pagherà. Se Roberto Gualtieri ha deciso di continuare lungo la rotta inaugurata in campagna elettorale allo Spin Time, il centro sociale dove si incontrarono incredibilmente i candidati alle primarie farlocche della sinistra, stiamo a posto. Si comincia male. Lunedì prossimo l’assessore al patrimonio Tobia Zevi tenterà di tirare fuori dai guai un altro centro sociale, l’«Esc Atelier», condannato a pagare qualche centinaio di migliaio di euro al Comune per non aver versato l’affitto. E se tanto mi dà tanto, con la richiesta di «esibizione» di Mimmo Lucano presso l’istituto occupato Righi, è evidente che a Roma si è aperto uno spazio politico nel nome dell’illegalità.
Mercoledì sera quelli di «Esc» si sono visti a via dei Volsci, erano poco più di duecento, nemmeno tanti, per chiamare a raccolta la sinistra più o meno estrema della Capitale per rivendicare il diritto a restare a sbafo nei locali comunali. Hanno chiesto sostegno alle autorità comunali e regionali, raccogliendo più dichiarazioni che presenze.
Ma quel che è più grave è stata la mossa di Zevi. Che è arrivato a scusarsi per non poter essere presente all’assemblea, ma ha promesso ai manifestanti – e a questo punto c’è da immaginare su mandato del sindaco Gualtieri – che li riceverà lunedì in Campidoglio per studiare il da farsi. In compenso era presente un altro assessore con competenze gruppettare, Catarci, e qualche altro consigliere comunale. Per annunciare di voler sbeffeggiare una sentenza e farla franca alle spalle di chi invece paga sempre senza battere ciglio.
Il nuovo corso capitolino lascia intuire che si sta per tornare rapidamente al tempo in cui gli ultrà comunisti occupavano tutto l’occupabile e nessuno li doveva toccare. Soprattutto economicamente.
Se il sindaco invece non c’entra nulla, allora farà bene a rimettere a posto l’assessore al patrimonio, che non ha il compito consolare gli estremisti di turno. Dovrebbe finalmente essere arrivato il tempo che – nei locali comunali – si possa finalmente garantire il rispetto delle regole.
Anche se si tratta di uno spazio sociale, come lo definiscono, quello di San Lorenzo è una specie di fortino rosso che non può essere concesso gratuitamente. Una sentenza amministrativa obbliga il centro sociale non ad andarsene, ma almeno a corrispondere al Comune di Roma quasi 300mila euro, ovvero gli affitti di un decennio (2009-2019) calcolati secondo il canone di mercato.
E poco importa che ci siano le solite firme che non mancano mai quando c’è da premiare abusi a carico dei contribuenti. La sostanza è che se un giudice stabilisce, poi bisogna eseguire quello che ha deciso senza fare troppo baccano. La vicenda assomiglia, politicamente, molto a quella del Righi. È davvero inimmaginabile che un signore come Mimmo Lucano, condannato a ben tredici anni di reclusione attorno ai movimenti loschi sull’immigrazione, debba poter recitare i suoi proclami agli studenti di una scuola occupata.
A Roma si sta aprendo un varco pericoloso, per cui è la sinistra a pretendere di stabilire che cosa è legale e che cosa no e persino se una sentenza della magistratura debba o meno essere accettata, attuata, eseguita. Gualtieri farebbe malissimo a lasciar correre, perché vorrebbe dire che per il nuovo inquilino del Campidoglio la legalità dipende dai colori politici. E ci ostiniamo a voler credere che questo non possa essere possibile. Gli inquilini morosi di Esc Atelier chiamano il sindaco alle sue responsabilità: «Non vogliamo e non possiamo accontentarci più delle parole, soprattutto quando si accompagnano ad accanimenti amministrativi e giudiziari che con nettezza intendono cancellare, col cappio economico al collo, la città solidale, democratica e antifascista, della cultura indipendente». Signor sindaco, sono compagni che sbagliano oppure il Campidoglio davvero intende gettare soldi dalla finestra? Chi ha votato Gualtieri sapeva che avrebbe aperto le porte all’illegalità conclamata? Se proprio dovete farlo, cacciateli di tasca vostra i soldi per gli affitti non pagati, ma non dalle casse del Comune.