livello penoso
Su Luigi Di Maio è tornato indietro dalla Francia il "vento del cambiamento". Dai Gilet gialli ad Emmanuel Macron
Ci sono momenti della vita che un politico non vorrebbe aver vissuto mai. E chissà come è stata la giornata di Luigi Di Maio a contatto con Emmanuel Macron e un po’ di governanti francesi mentre pensava a un po’ di tempo fa. E già, perché al tempo dei social che consacrarono l’ascesa dei Cinque stelle, restano ancora vivi fatti e immagini che li immortalano.
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Oggi partecipa alla firma del Trattato del Quirinale, il 5 febbraio del 2019 Di Maio – tanto per non farsi mancare nulla assieme ad Alessandro Di Battista – se ne andava in Francia proprio contro Macron e il suo governo. “Abbiamo fatto un salto in Francia – scriveva su Facebook – e abbiamo incontrato il leader dei gilet gialli Cristophe Calencon e i candidati alle elezioni europee della lista RIC di Ingrid Levavasseur. Questa in fondo all'articolo è la foto ricordo di questo bell’incontro – proseguiva nel suo incertissimo italiano – il primo di tanti, in cui abbiamo parlato dei nostri paesi, dei diritti sociali, di ambiente, di democrazia diretta”. Per poi romanzare: “Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi”. Per aggiungere ancora più “forte”: “Ripeto: il vento del cambiamento ha valicato le Alpi”.
Ecco, uno così, con che faccia si presenta alla cerimonia ufficiale per il Trattato del Quirinale? Lo ha letto? Lo condivide? Si è magari scusato con il presidente francese? È davvero penoso questo livello della nostra classe dirigente. Nel breve tempo trascorso tra allora e adesso si cambia atteggiamento senza mai arrossire, come se la pubblica opinioni – di cui un tempo ci si dichiarava trionfalmente “dipendenti” – non contasse proprio più nulla. I giudizi del popolo destinati all’evanescenza. La coerenza una virtù nemica. Poi si chiedono perché elezione dopo elezione sono destinati alla scomparsa.