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Tassisti in marcia contro Mario Draghi. Striscioni, slogan e cori anti-governo sul decreto Concorrenza

Daniele Di Mario
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Scoppia la grana-taxi per Mario Draghi. Il premier deve fare i conti con la protesta della categoria contro il decreto Concorrenza, colpevole - secondo i tassisti - di deregolamentare ulteriormente il settore. Ieri sciopero della categoria indetto da tutte le sigle sindacali dalle 8 alle 22 in tutta Italia, con epicentro Roma, dove circa tremila persone, secondo fonti di pubblica sicurezza, partecipano al corteo da piazza della Repubblica a piazza Venezia. Bombe carta e fumogeni in piazza della Repubblica prima della partenza della manifestazione. Ad animare la protesta anche i cori contro Uber e il governo, con la musica, emessa dagli altoparlanti installati su un furgoncino che accompagna il corteo. Tra bandiere dei sindacati, slogan e striscioni, i tassisti protestano contro il Ddl Concorrenza. «Siamo qui per difendere il nostro lavoro. Tra di noi ci sono realtà diverse e anche famiglie monoreddito», dice Alessandro, 40 anni, tassista del «3570». «Vogliono liberalizzare il mercato, noi siamo un servizio pubblico. Il governo vuole spostare l'attenzione dal trasporto pubblico al privato», aggiunge Fabiano, 50 anni, anche lui iscritto al «3570». «Noi siamo gestiti e regolamentati spiega Erasmo, 53 anni - Non ci si può improvvisare attraverso applicazioni».

 

 

Ai cori contro Uber si aggiungono slogan contro il governo e il presidente del Consiglio Mario Draghi. Diversi i petardi esplosi nel corso del tragitto da piazza della Repubblica a piazza della Madonna di Loreto, adiacente a piazza Venezia. Non mancano i cori contro Selvaggia Lucarelli e contro i giornalisti: «Giornalista terrorista, giornalista terrorista». «Cedo taxi per posto fisso», «Sì tassista, no schiavo», «I tassisti napoletani», sono alcuni degli striscioni esposti dai tassisti. «Qui c'è tutta Italia, c'è Bergamo, Modena, Napoli, Roma. Siamo qui per dire basta. Siamo qui per avere risposte: siamo un servizio pubblico e non si può risolvere tutto con le liberalizzazioni», spiega dal palco uno degli organizzatori. «Facciamoci un applauso per questa bellissima manifestazione», rispondono i tassisti arrivati da tutta Italia. Dal palco gli organizzatori invitano tutti a «rispettare le norme per il contrasto dell'epidemia da Covid-19». «Il tassista non si tocca», è il coro che accompagna il corteo verso piazza Venezia.

 

 

«Siamo tantissimi, mai stati così. Devono ascoltarci», dicono i manifestanti scortati dalla polizia. Al termine della manifestazione una delegazione di tassisti viene ricevuta dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fratelli d'Italia), mentre altri si spingono da piazza Venezia fino a piazza Colonna per protestare sotto Palazzo Chigi contro il governo. «Solidarietà» ai tassisti viene espressa dal deputato di LeU Stefano Fassina, che parla di «decreto Concorrenza da riscrivere. Vanno regolate le piattaforme di sfruttamento del lavoro». Davide Gariglio, capogruppo del Pd in commissione Trasporti della Camera, chiede invece che i lavoratori vengano «convocati il prima possibile dal Ministero» per «definire interventi e norme condivise».

 

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