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Quirinale, il Ppe spinge Silvio Berlusconi al Colle: "L'ipotesi di eleggerlo molto ragionevole"

Pietro De Leo
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E ora, pance azzurre a terra, e al lavoro per la sfida delle sfide, la corsa di Silvio Berlusconi al Quirinale. Ieri, è arrivato un endorsement d'eccellenza, quello del numero uno del gruppo Ppe all'Europarlamento, Manfred Weber. Ad una domanda dei cronisti sull'ipotesi che il leader di Forza Italia possa candidarsi per la Presidenza della Repubblica, ha definito la cosa «una considerazione molto ragionevole». Argomentando così: «Anche nei momenti difficili in Italia, quando aveva molti movimenti populisti attorno e molti politici usavano l'Europa per incolparla dei problemi italiani, Silvio Berlusconi è stato sempre filo europeo. È un politico chiaramente europeista e ha sempre avuto un approccio filo europeo contro i populismi, che apprezzo».

Parole in piena continuità con il peso che Berlusconi continua a riscuotere nel consesso del popolarismo europeo. Prova provata se n'è avuta nel vertice che si è svolto qualche settimana fa a Bruxelles (dove il fondatore di Forza Italia ha incontrato Angela Merkel in una sorta di commiato di quest' ultima dal cancellierato), e a settembre nella riunione del board che si è svolta proprio a Roma. Anche allora Weber utilizzò espressioni di ampio riconoscimento: «Con il governo di Mario Draghi e la possibilità reale di avere riforme, possiamo davvero dire che Forza Italia sta contribuendo molto al messaggio che l'Italia è tornata. Gli investimenti stanno tornando: è una gran cosa ed è un approccio europeo, grazie alla guida di Silvio e Antonio (Tajani, ndr)».

Questo, dunque, irrobustisce ancor più la corsa, anche dopo le parole profuse l'altro ieri dalla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: «Berlusconi, per come lo vedo io, sulla difesa della sovranitaà italiana da presidente della Repubblica sarebbe una garanzia. Chiaramente non è così facile, noi non abbiamo da soli i numeri per eleggere un presidente della Repubblica, quindi bisogna cercare delle convergenze e più le figure sono schierate, più può essere difficile trovare convergenze. Ma io ci sto a cercarle, però mi si deve garantire che mentre si fa questo lavoro non c'è qualcuno che tratta con qualcun altro separatamente. Ho chiesto su questa lealtà fino alla fine della partita...».

Toni diversi rispetto a quelli usati durante la presentazione del libro di Bruno Vespa. Tanto che ieri Gianfranco Rotondi, centrista e avveduto lettore delle cose di palazzo, aveva messo insieme le due cose: «Apprezzo molto le parole di Weber e del capo dell'opposizione Giorgia Meloni sulla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. Queste due importanti voci confermano che la candidatura di Berlusconi è sicuramente di parte, ma è la più autorevole in campo».

Autorevolezza su cui la «certificazione europea» arrivata ieri segna un orizzonte di priorità per gli azzurri. La giornata di ieri, peraltro, è stata anche l'occasione di Berlusconi per specificare meglio le parole pronunciate al Tempo sul reddito di cittadinanza, sottolineando la necessità di combattere gli abusi «con la massima severità». Ribadendo poi la necessità di creare posti lavoro «con un uso dinamico della leva fiscale». In questo modo riallineandosi alle posizioni di una Forza Italia da sempre vicina alle sensibilità delle imprese.

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